domenica 31 gennaio 2010

Rialziamoci

MilAnnebbiato
Va bene ... dopo la partenza sprint in questo inizio di 2010 ci siamo fermati a riprendere fiato.
A dire il vero a mozzarci il respiro ci ha pensato il pugno allo stomaco preso domenica scorsa contro quelli là ... colpo reso ancora più pesante da qualche illusione di troppo nata dal differente percorso delle due squadre nel periodo immediatamente precedente il derby.
Ancora piegati in due, abbiamo subìto l'uppercut da parte dell'Udinese in coppa Italia che ci ha estromessi dalla derelitta coppetta nazionale ... ormai da anni un fastidio per l'a.c. Milan.
E' vero che la formazione scesa in campo contro i friulani era un mix di reduci da infortuni più o meno lunghi (Abbiati, Zambrotta, Bonera, Di Gennaro), personaggi in cerca d'autore (Flamini, Huntelaar) ed attori sul viale del tramonto (Kaladze, Janku, Inzaghi), ma ne è venuta fuori una delle peggiori partite giocate dal Milan a memoria d'uomo.
La nota positiva è sicuramente Abbiati, che riparte da dove si era fermato e sforna una ottima prestazione ... lo vorrei vedere in campo già contro il Livorno ma so che rimarrò deluso. Bonera non mi è dispiaciuto e sembra avere fatto notevoli progressi rispetto al rientro con il Novara dove tenne (maluccio) solo 45'.
Per Di Gennaro, viste le due prestazioni in coppa Italia, verrebbe da dire che è un bene che vada a Livorno, a patto che non faccia scherzi domani ... ma non potevamo darglielo lunedì? lo scorso anno l'unico gol realizzato da Davide fu proprio contro di noi nel pareggio di San Siro contro la Reggina ... partita che ci tarpò definitivamente le ali.
Zambrotta ha giocato una brutta partita e sarebbe bene che mettesse ancora un pò di benzina nel serbatoio, anche se i bene informati lo danno in formazione domani al posto di Antonini che ha giocato una discreta partita anche se il gol della sconfitta è nato da un suo improvviso attacco di narcolessia.
Flamini e Huntelaar non hanno colto l'occasione per dimostrare di meritare il posto in squadra in partite più importanti e continuano a venire trascinati giù da un vortice dal quale non riescono a liberarsi. Per il francese nutro maggiori speranze rispetto all'olandese, credo che se Leonardo lo coinvolgesse maggiormente, la squadra potrebbe trarne discreti vantaggi. Ad esempio proverei a gettarlo nella mischia contro il Livorno al posto di un Gattuso ancora sulla via del pieno recupero atletico.
I tre sul viale del tramonto sembrano veramente avviati alla fine della storia e da qui alla fine della stagione ho la sensazione che, salvo cataclismi, si dovranno accontentare di scampoli di partita.
Riguardo la partita di domani, sorge il dubbio che la presenza di una sola punta pura penalizzi la nostra incisività offensiva, anche se le partite precedenti il derby hanno detto il contrario.
Probabilmente a centrocampo giocherà Seedorf davanti ad Ambrosini e uno tra Gattuso e Flamini (data l'indisponibilità di Pirlo), mentre Beckham non sembra in uno straordinario momento di forma. Forse provare ad allargare a destra Borriello (come provato nelle prime amichevoli estive) per dare una chance a Huntelaar, potrebbe essere una soluzione in attesa del sospirato rientro nei ranghi di Patinho.
L'unica cosa certa è che domani dobbiamo ripartire dai tre punti assolutamente indispensabili per riprendere il discorso interrotto nel derby, non fare tabelle ma concentrarci su una partita alla volta ed approfittare dei possibili passi falsi dei cuginastri ... io qualche speranziella nel colpaccio finale la nutro ancora.

venerdì 29 gennaio 2010

Calcio e TV

[inquadratura larga] ... Pato riceve palla da Gattuso sulla destra...viene affrontato da Kolarov ... magia del "papero" che supera l'avversario, si porta sul fondo e cr [primo piano del "papero"] ossa in area dove ... [inquadratura larga...la palla esce dal lato corto opposto dell'area senza che si sia visto niente di quanto accaduto] ... Borriello manca di poco l'appuntamento con il pallone...

[inquadratura larga] ... Thiago Silva per Nesta che lancia lungo ... [primo piano di Leonardo in panchina e disquisizione del commentatore tecnico che affianca il telecronista] ... [inquadratura larga con il telecronista che riprende il microfono con voce eccitata] ... fuga sulla destra di Zarate rincorso da Antonini ... [come si sia arrivati dal lancio lungo di Nesta alla fuga sulla destra di Zarate rimarrà per sempre un mistero] ...

Questi sono solo due semplici esempi dello scempio a cui deve assistere il povero appassionato di calcio (ma anche abbonato pagante) durante una partita ... è una sequenza ininterrotta di primi piani dei giocatori, degli allenatori e persino del pubblico tutto rigorosamente con la palla in gioco ... replay per mostrare qualcosa di insignificante proprio mentre sul campo si sta verificando qualcosa di più importante ... smoccolamenti e sputi tutti ripresi con primi piani a tutto schermo ... se un giocatore sta per entrare in area dal lato corto, sarebbe logico tenere l'inquadratura larga per vedere chi c'è in area e prevedere lo sviluppo dell'azione ... invece no! ... il regista fa un bel primo piano al pallone ... l'ultimo esempio che mi viene in mente è relativo a Milan - Udinese di mercoledì ... d'accordo ... cosa mi sarò mai perso in una simile partita? ... mi sono perso uno dei tre tiri scagliati (si fa per dire) verso la porta friulana in tutti i 90' ...  abbiamo visto quello di Janku parato in tuffo, quello di Flamini deviato in angolo, ma l'unico tiro nella ripresa abbiamo potuto vederlo solo in replay:
lancio dalla destra che raggiunge Janku sul vertice sinistro dell'area di rigore ... Marek bascula il sinistro per caricare il tiro e ... PRIMO PIANO DI LEONARDO ... poi si torna sul campo giusto in tempo per vedere il pallone rotolare 10 metri oltre la linea di fondo.

Ora ... io non so se è per colpa dell'età che avanza, e si sa che la pazienza diminuisce e il carattere peggiora ... ma lo standard di qualità delle riprese televisive per le partite di calcio mi sembra veramente pessimo ... la regia riesce sempre a farmi innervosire fino al punto di inveire verso il povero televisore lanciando epiteti al regista di turno ... forse ho bisogno di farmi vedere da uno bravo ... non lo so, ma ho una enorme nostalgia delle inquadrature che si vedevano tempo fa, quando lo schermo mostrava sempre almeno un terzo del campo, e oltre a vedere cosa faceva il possessore della palla si potevano anche osservare i movimenti degli altri giocatori.
Capisco che ormai sono presenti una ventina di telecamere in campo, ma le varie riprese fatte da tutte le angolazioni potrebbero essere utilizzate nell'intervallo e nel post partita per mostrare curiosità e gesti tecnici particolarmente interessanti, non nel corso della partita rendendo la stessa una specie di spezzatino di difficile interpretazione.

Viene da pensare che chi cura la regia delle partite di calcio non ne capisca molto di questo sport ... che magari sarebbe più portato a riprendere trasmissioni come talk-show, reality o giochi a quiz dove l'espressione dei protagonisti è un aspetto importante. Nel calcio, che è uno sport di squadra, è importante che si veda il complesso del gioco ... il primo piano o il dettaglio della narice del giocatore di turno sono totalmente trascurabili.

Sono però portato a credere che il regista della partita di calcio sappia fare il proprio mestiere ... come sono (quasi) convinto di non avere bisogno dello "strizzacervelli"... probabilmente c'è un motivo per quel tipo di riprese.
A pensarci bene, molti dei protagonisti del mondo del pallone sono anche testimonial di importanti aziende, e sono convinto che, per fare un esempio, se Ronaldinho viene ripreso in primo piano 40 volte a partita la Nike non si strappa di certo i capelli ... siamo talmente abituati a collegare un volto ad un marchio che un primo piano può valere un "minispot". Senza contare che una ripresa a campo stretto permette di inquadrare i loghi e le scritte degli sponsor sulle magliette dei giocatori.

Magari sarò veramente paranoico, ma non mi stupirei se questa tendenza glamour nelle riprese televisive avesse alle spalle una specifica richiesta da parte degli sponsor.
Quindi un abbonato a Sky (come me) che paga fior di quattrini per gratificare la propria passione per il calcio, non solo deve subìre l'enorme aumento degli spot pubblicitari (qualche anno fa non c'era questo affollamento), ma deve pure sopportare di usufruire di un servizio di qualità scadente (questa è la mia libera opinione) per subire una sorta di pubblicità subliminale.

P.S. Se qualcuno provasse il mio stesso fastidio per le riprese TV ma avesse una spiegazione alternativa a quella che ho espresso, gradirei che me lo facesse sapere ... basta scrivere un commento.

martedì 26 gennaio 2010

Inter-Milan 2-0

MilAnnichilito
Ci hanno fregato di nuovo...il derby d'agosto è arrivato dopo la nostra bella vittoria di Siena e il loro stentato pareggio con il Bari, e qualcuno (ben più di uno) prospettava un Milan a +5 dopo la seconda di campionato...poi sappiamo tutti com'è andata.
Al derby di gennaio arriviamo nuovamente meglio noi, dopo le vittorie di goleada con Genoa, Juventus e Siena...tutte diverse tra loro ma ugualmente convincenti.
I cuginastri, al contrario, fanno una fatica immane contro Chievo, Siena e Bari riuscendo comunque a limitare al minimo i danni. Credo che ogni milanista, nel profondo del proprio animo rossonero, abbia pensato e creduto nella possibilità di una vittoria che potesse vendicare il 4-0 dell'andata e ci lanciasse verso una possibile quanto incredibile conquista dello scudetto dopo gli "echi mortali" di questa estate.
I presupposti per un derby completamente diverso da quello al quale abbiamo assistito ieri c'erano tutti: nonostante le assenza di Pato (soprattutto) e di Seedorf che hanno costretto Leonardo al cambio di modulo, sembravamo aver trovato uno spirito di gruppo e una consapevolezza delle nostre potenzialità unite ad una leggerezza di spirito e ad una allegria che potevano creare la chimica giusta per tornare a sognare qualcosa di importante.
La notizia che Nesta non avrebbe giocato ha raffreddato un pò gli entusiasmi, e il primo quarto d'ora di partita è un rebus ancora in attesa di soluzione...possibile che l'assenza di Nesta abbia tolto fiducia a tutta la squadra rendendola così impaurita, spaesata, insicura?
Se fosse questa la risposta significherebbe avere fondamenta davvero fragili, non voglio crederlo.
Possibile che Leonardo non sia riuscito a motivare i ragazzi in maniera adeguata?...anche questa ipotesi è poco credibile, questi sono giocatori esperti e orgogliosi che le motivazioni dovrebbero trovarle da soli...tanto più con la prospettiva di "vendicare" l'umiliazione subìta ad agosto.
Uno scadimento di forma generale è altrettanto difficile da ipotizzare, abbiamo lavorato per una settimana intera risolvendo anche il problema della partita di coppa Italia da giocare al mercoledì con lo scatenamento di polemiche che ben sappiamo.
Forse abbiamo maturato un inconscio complesso di inferiorità nei confronti dei cugini che ci fa vivere il derby come una specie di scalata dell'Everest.
Lasciando da parte tutti questi interrogativi, e analizzando la partita di ieri, il dato oggettivo che emerge riguarda l'atteggiamento mentale inadeguato mostrato da quasi tutta la squadra, e alcune decisioni dell'allenatore di difficile conprensione, soprattutto vista la nostra superiorità numerica.
Thiago Silva, Antonini e Borriello mi sono sembrati quelli scesi in campo con la determinazione e la lucidità mentale adeguata all'avvenimento. Riguardo le scelte di Leonardo non ho condiviso l'inserimento di Seedorf per Gattuso nella ripresa, decisione che ha affollato la 3/4 avversaria con il risultato di partorire uno sterile, lento e poco efficace giropalla lasciando Borriello unico terminale offensivo in area avversaria. Forse togliere lo spento Pirlo per inserire Huntelaar o Inzaghi, avrebbe permesso di allargare il campo con Beckham e Dinho larghi (per quanto anche loro in serata di scarsa vena) con Gattuso e Ambrosini a presidiare la zona centrale e, cosa più importante, due attaccanti a complicare la vita ai centrali difensivi avversari.
Ad ogni modo Leonardo ha dimostrato di avere idee interessanti, e qualche peccato di inesperienza gli si può perdonare.
Un altro dato oggettivo che emerge riguarda l'incompletezza della rosa a disposizione del tecnico brasiliano. L'assenza di Pato è passata in cavalleria dopo le ottime prestazioni offerte dalla squadra a gennaio, ma è evidente che se l'intenzione è giocare con due attaccanti esterni non si può sostituire Pato con Beckham...si può fare in alcune occasioni come scelta tecnica contingente, se la scelta diventa obbligata è la dimostrazione che esiste un limite.
Anche il reparto dei centrali mostra crepe nell'assortimento. E' chiaro che sostituire Nesta o Thiago è complicato. Se, come sembra, non verrà preso nessuno di livello in quel settore, si può solo sperare nel recupero fisico, tecnico e psicologico di Bonera perchè Favalli e Kaladze non sembrano più garantire un rendimento adeguato.
Tra una settimana si chiude questa sessione di mercato e sapremo (ma lo sappiamo già) con quali carenze di organico dovremo fare i conti, con la speranza, a maggio, di non dover rimpiangere certe scelte.

lunedì 18 gennaio 2010

Dilemma...

MilAntiInter
Le notizie riguardanti gli infortunati recuperabili per il derby (Pato, Seedorf e Zambrotta) sembrano confermare la loro disponibilità per la partita di domenica prossima. Inoltre torna disponibile anche Ambrosini dopo avere scontato il turno di squalifica.
Nel caso dovessero essere tutti pronti si prospetta un bel grattacapo per Leonardo che dalla ripresa dopo la pausa natalizia si è visto costretto a cambiare modulo di gioco per mancanza di alternative a Pato e Seedorf. Come si è visto il passaggio dal 4-2-1-3 a questo 4-3-3 anomalo ha conferito alla nostra formazione un equilibrio e una compattezza che, almeno in queste ultime tre partite, ha permesso alla difesa di non correre troppi rischi migliorando persino la prolificità (12 gol in 3 partite). Certamente è azzardato affermare che questo schema interpretato da questi uomini sia da riproporre fino al termine della stagione e non ho intenzione di farlo, penso, però, che sarebbe opportuno giocare il derby con la formazione scesa in campo contro il Siena con Ambro al posto di Flamini. Rinunciare in una partita così delicata al doppio mediano che libera Pirlo dai compiti di contenimento e gli consente di dedicarsi alla costruzione del gioco, e fare a meno della "finta ala" Beckham che aiuta in modo determinante il centrocampo e garantisce qualità nei traversoni e nei cambi di gioco mi sembra un azzardo.
Pato e Seedorf non giocano dal 13 dicembre e, oltre alle considerazioni tattiche, vanno prese in esame anche le questioni fisico/atletiche. La partita di mercoledì prossimo in coppa Italia contro l'Udinese mi sembra perfetta per fare turn-over, testare le condizioni dei due sopracitati, e riprendere confidenza con uno schema certamente da recuperare e riproporre.

Intertristi sull'orlo di una crisi di nervi...

InTerrorizzata
Dice Paolillo che il calendario della coppa Italia è inaccettabile...e che la coppa nazionale è ridicolizzata dai continui cambiamenti di programma...
La richiesta dell'Inter di anticipare a dicembre la partita contro il Livorno per sgravare l'affollato calendario di gennaio ha ricevuto il "doveroso" ok dalla Lega. Se il Milan chiede di non giocare il mercoledì precedente il derby per ripristinare la parità di condizioni, allora il calendario diventa inaccettabile e la competizione viene ridicolizzata...può essere condivisibile solo il rilievo fatto da Paolillo sulla probabilità che giocare due partite in 24 ore sullo stesso campo possa rovinarlo, ma non è accettabile l'arroganza con la quale "pretende" l'inversione delle date.
Quello che rode in realtà l'a.d. interista è il fatto che gli è stato sfilato da sotto al naso il vantaggio di preparare il derby per tutta la settimana a differenza del Milan...oltre alla prospettiva di mandarci a giocare a Firenze tre giorni dopo il derby con la stanchezza fisica e mentale che ne sarebbe derivata...

Oriali, invece, si dà al cabaret:
Oriali accende il derby: "Spero che l'arbitro non ci penalizzi"

18.01.2010 09:26
Fonte: sportmediaset.it
La lite sullo spostamento di date ha acceso ancora di più un derby già incandescente. E a tenere alta la fiamma ci ha pensato anche il dirigente dell'Inter, Lele Oriali. "Il cambiamento è inconcepibile. Non mi meraviglierei che ci chiedessero di giocare in Coppa Italia questa settimana. Se ci avvisano adesso, ci organizziamo...", ha polemizzato. Poi la mazzata: "Mi auguro che l'arbitro non ci penalizzi e che l'Inter possa finire in 11". Oriali, poi, ironizza anche su Galliani: "Con questa vicenda il Milan ha confermato di essere forte in campo e anche fuori. Francamente non sapevo che Galliani fosse ancora il presidente della Lega Calcio. Bastava che avvertisse...". E ancora: "Il rinvio di Fiorentina-Milan? Strano che non l'abbiano spostata dopo l'ultima giornata del girone di ritorno". Conclusione sul difficile rapporto tra gli arbitri e l'Inter: "E' allucinante che in tutte le nostre partite il quarto uomo guardi solo la nostra panchina, ai cui lati ci sono uno "sceriffo" e un "vice sceriffo" della procura federale. Ringraziamo per questa attenzione, ma ne faremmo volentieri a meno".

Sono ormai talmente abituati a giocare in condizioni di vantaggio che il fatto di partire alla pari con gli avversari gli fa perdere il lume della ragione...un pò come il bugiardo patologico che a forza di raccontare la stessa bugia finisce per credere che sia la verità.

mercoledì 13 gennaio 2010

Stand-By

MilAntifona
E' un momento decisamente favorevole per il Milan.
Dopo l'estate più drammatica (a parte calciopoli), controversa, enigmatica, discussa, contestata dell'era Berlusconi...e dopo un inizio di stagione preoccupante viste le partite di preparazione e le prime uscite ufficiali, quando all'orizzonte si prospettava una fine ingloriosa quanto apparentemente inevitabile...tutto comincia a girare per il verso giusto, improvvisamente sembra che (quasi) tutte le scommesse siano state vinte, che tutti gli azzardi abbiano dato esito positivo.
Il cambio di rotta societario messo sul tavolo come un fatto compiuto senza nè annunci nè spiegazioni ai tifosi, sembrava preludere ad un ridimensionamento delle prospettive e degli obiettivi del club; cedere "il gioiello di famiglia" per risanare il bilancio approfittando delle munifiche offerte del neo (ed ex) presidente del Real Madrid anzichè smerciare un certo numero di pezzi di bigiotteria per ottenere il medesimo risultato, ha consentito ai responsabili del mercato di non dover andare alla ricerca di troppi giocatori, cosa che avrebbe reso impossibile l'obiettivo di bilancio.
Per rinfrescare una rosa piuttosto usurata si è ricorso ad innesti, sulla carta, di basso profilo come i rientri dai prestiti (Storari, Oddo, Abate e Di Gennaro) e i parametri zero (Onyewu), investendo tutto il budget a disposizione (15 mln) su un giocatore rivelatosi (al momento) inutile.
Il cacciatore olandese è arrivato perchè Borriello non dava garanzie dal punto di vista fisico e la cifra disponibile da investire sul mercato ha costretto la dirigenza a rinunciare al terzino (Cissokho) che sembrava la priorità, per l'attaccante, con un evidente deficit di comunicazione anche all'interno dello stesso gruppo dirigente.
Tutte queste strategie hanno prodotto operazioni che si sono realizzate nel silenzio più totale nei confronti dei tifosi, i quali sono rimasti prevedibilmente disorientati tanto dalla forma quanto dalla sostanza.
Anche la scelta della nuova guida tecnica ha generato nella tifoseria, ma anche nei media, la sensazione che si trattasse di un compromesso tra l'esigenza di risparmiare e la necessità di cambiare fisionomia alla squadra senza, però, dare troppi scossoni allo spogliatoio e, contemporaneamente, preservare un senso di continuità con il recente passato.
Si è fatto in un certo senso un salto nel buio, e per non precipitare nel baratro era necessario vincere alcune scommesse: la scelta di Leonardo, il recupero di Nesta, la verifica delle condizioni di Borriello, gli innesti di Thiago Silva e Huntelaar, l'affidabilita dei giovani, la tenuta fisica ed agonistica della vecchia guardia, il definitivo salto di qualità di Pato e lo stesso Ronaldinho reduce da un pessima seconda metà della scorsa stagione.
La maggior parte di queste scommesse sono (ad oggi) state vinte.
Credo che se il 21 agosto, alla vigilia della prima gara ufficiale, avessero chiesto a Galliani di mettere la firma sulla situazione attuale, ci avrebbe messo un nanosecondo a farlo.
A questo proposito va dato merito alla dirigenza per non avere perso la testa dopo l'inizio obiettivamente sconfortante e per avere sempre difeso Leonardo.
Non oso immaginare dove saremmo oggi se dopo Atalanta-Milan, come sperato da molti, fosse stato allontanato l'allenatore.
In definitiva penso che la dirigenza, in questa stagione, si sia messa in stand-by...il primo obiettivo era il pareggio di bilancio, il secondo un piazzamento nelle prime tre in campionato ed il terzo fare più strada possibile in Champions, il tutto con la consapevolezza di rischiare "l'annus horribilis" con tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate.
Al momento attuale è stato raggiunto solo il primo obiettivo, ma ci siamo messi nelle condizioni di raggiungere anche gli altri due.
La domanda che mi pongo è: questa stagione ha inaugurato un nuovo corso che non prevede necessariamente di essere competitivi per i massimi traguardi e "vivacchiare" fino "all'esaurimento naturale di questa classe dirigente", o si è trattato di una specie di anno sabbatico imposto da situazioni contingenti?
Probabilmente, come sempre, la verità stà nel mezzo.
Ciò che si desume dalla nuova impostazione politica sul settore giovanile, è che la filosofia del "vincere subito con campioni esperti anche se costosi e datati" si sia trasformata in una molto più simile a quella dell'Arsenal di Wenger, cioè puntare su giovani e giovanissimi di grande prospettiva con l'intento di farli crescere in casa e tornare a vincere nel medio periodo tenendo d'occhio il bilancio ed evitando alla proprietà i continui ripianamenti diventati insostenibili a causa tanto della situazione economica generale quanto dei variati rapporti di forza all'interno della famiglia.
Naturalmente siamo solo al 13 gennaio, e questa specie di bilancio fotografa la situazione del momento, le somme si potranno tirare solo a fine maggio, ma è evidente che le prospettive sono decisamente cambiate rispetto a qualche mese fa.

lunedì 11 gennaio 2010

Juventus-Milan 0-3

MiL'angolo
Dopo la partita contro il Genoa caratterizzata dai tre calci di rigore ecco quella con la Juve decisa da tre calci d'angolo. La nostra difficoltà atavica nel disinnescare gli avversari sui calci piazzati si è trasformata in un'arma letale a nostra disposizione.
I nostri due difensori centrali oltre ad essere decisivi in difesa danno un contributo essenziale anche in attacco, sono 5 le reti segnate dopo 24 partite stagionali (3 da Nesta e 2 da Thiago).

Nei precedenti 10 anni i difensori centrali avevano dato un contributo realizzativo pari a questa stagione solo nel 2005/06. Per trovare un dato migliore dobbiamo risalire alla stagione 1989/90 quando Baresi (5) e Costacurta (1) misero insieme 6 reti.
Di seguito il dettaglio delle precedenti dieci stagioni

1999/00 - 2 gol - (Maldini e West)
2000/01 - 2 gol - (Maldini e Sala)
2001/02 - 3 gol - (2 Laursen e 1 Sarr)
2002/03 - 4 gol - (2 Maldini e 2 Nesta)
2003/04 - 1 gol - (Nesta)
2004/05 - 4 gol - (2 Kaladze, 1 Maldini e 1 Stam)
2005/06 - 5 gol - (2 Maldini, 2 Kaladze e 1 Nesta)
2006/07 - 3 gol - (Maldini, Kaladze e Costacurta)
2007/08 - 3 gol - (2 Nesta e 1 Maldini)
2008/09 - 0 gol

sabato 9 gennaio 2010

Fair-Play


A volte, nel calcio, si verifica un episodio che potrebbe/dovrebbe offrire l'occasione, a chi di dovere, di porre rimedio a situazioni che generano disparità e ingiustizie.
Intendo riferirmi al clamoroso episodio del (doppio) tocco di mano di Henry in occasione della gara di ritorno dello spareggio mondiale tra Francia e Irlanda.
Se ne è parlato per giorni su tutto il globo terracqueo, ogni persona dotata di buonsenso è concorde nel ritenere un'ingiustizia per gli irlandesi e un premio immeritato per i francesi la qualificazione di questi ultimi alla fase finale del mondiale nonostante un simile vizio di lealtà sportiva.
Questo è stato solo l'ultimo caso, amplificato a dismisura dall'importanza della posta in palio e dall'evidenza clamorosa dell'episodio, ma non sarà sicuramente l'ultimo.
Nel calcio esiste la mentalità e la cultura del raggiungimento dell'obiettivo a qualsiasi costo, in spregio a lealtà e spirito sportivo e, sino a che gli organi dirigenti di questo mondo (Fifa e federazioni continentali) non decideranno finalmente di dare un segnale di buona volontà, le cose continueranno ad andare avanti in questo modo.
Certi appelli al fair-play, fatti prima delle maggiori manifestazioni calcistiche internazionali, hanno sempre più un sapore di ipocrisia.
La mia (vana) speranza era che la Fifa prendesse spunto da questo episodio per codificare sanzioni a carico di giocatori e società (o federazioni nazionali) per quei casi nei quali un comportamento antisportivo provocasse un danno grave all'avversario.
Partendo dal presupposto che l'episodio deve essere assolutamente incontrovertibile (come nel caso Henry) non credo che si possano trovare grosse difficoltà nello stabilire che se un giocatore, per fare alcuni esempi, segna o fa segnare un gol dopo un fallo di mano (o di qualsiasi altro genere), guadagna un rigore (o provoca una sanzione disciplinare ai danni di un avversario) dopo una simulazione, o qualsiasi episodio che penalizzi l'avversario dopo un comportamento antisportivo, venga punito a posteriori utilizzando lo strumento della prova televisiva, con una squalifica di x giornate al giocatore e una penalizzazione (o sconfitta a tavolino) alla società di appartenenza del giocatore stesso.
Forse qualcuno può pensare che una normativa di questo tipo sia difficilmente applicabile e/o che potrebbe tenere costantemente sub judice campionati nazionali e manifestazioni internazionali di varia natura, ma sono convinto che questa soluzione porterebbe ad una "autocorrezione" nei comportamenti dei protagonisti.
Certamente spesso è l'istinto a spingere i calciatori a tentare la furbata, ma sapendo di essere passibili di squalifiche ed essendo coscienti di poter provocare un danno alla loro squadra, sarebbe sufficiente ammettere l'irregolarità commessa per non subìre alcun provvedimento sul campo, trasformando in una normale prassi comportamenti di fair-play che attualmente, quando si verificano, vengono considerati dai media come veri e propri miracoli di onestà.
In questo modo, in un arco di tempo accettabile, i casi di applicazione di questa normativa si ridurrebbero drasticamente riportando alla normalità tutto il movimento calcistico con conseguenze positive sulla mentalità dei giocatori e, aspetto tutt'altro che trascurabile, togliendo elementi di tensione alle tifoserie.

lunedì 4 gennaio 2010

Il Gaùcho di Porto Alegre

MilanDinho
Il mio rapporto (da tifoso) con Ronaldinho non è mai stato ottimo. In qualche modo ho la tendenza a mettere in relazione il suo arrivo con la partenza, un anno più tardi, di Ricardino Kakà.
Non so se Dinho sia la causa dell'addio a Kakà, se la cessione di Ricky al Real sia un effetto collaterale imprevisto e/o imprevedibile o se non esista alcun legame tra un evento e l'altro, ma questo tarlo continua a scavare gallerie nella mia testa.
Quando ancora si prospettava solo l'eventualità dell'ingaggio del Gaùcho, temevo che il suo arrivo potesse provocare una destabilizzazione dello spogliatoio, temevo una incompatibilità tattica e personale tra i due brasiliani e temevo che rappresentasse la (Dinho) carota che precede la (Kakà) bastonata.
Un'ulteriore preoccupazione derivava dalle parole dell'allora Mister rossonero Ancelotti, che con la consueta dose di ironia fece capire che avrebbe apprezzato maggiormente un centravanti fisico piuttosto che un "trecante".
Ronaldinho è stato un giocatore fantastico fino alla fine del 2006 e me lo sono goduto da "simpatizzante" del Barça, poi ha trascorso un periodo molto difficile nell'ultimo anno e mezzo in Catalunya, vissuto tra infortuni, polemiche sulla sua vita privata, contrasti con l'allenatore, con alcuni compagni di squadra e con parte della tifoseria.

Il suo primo anno al Milan può essere diviso in due parti: nella prima, fino alla pausa natalizia, il suo apporto alla causa si può definire sicuramente positivo. Nonostante la partecipazione all'Olimpiade e la conseguente approssimativa preparazione fisica, le sue prestazioni sono buone e l'apporto in fase realizzativa consistente. Sicuramente somiglia poco al miglior Ronaldinho visto a Barcellona, ma riesce a scaldare qualche cuore piuttosto freddo nei suoi confronti come in occasione del derby vinto con un suo gol, o, in Coppa Uefa, con la rete a tempo scaduto contro lo Sporting Braga e quella su punizione a Portsmouth che dà il via alla rimonta per il pari finale.
Il suo score, nei primi quattro mesi, è di 9 gol (2 su rigore, 3 su punizione e 4 su azione) e 3 assist.
Quest'anno, nello stesso periodo, ha al suo attivo 5 gol (4 su rigore e 1 su azione) e 8 assist.
Forse sarà un caso o forse no, ma con il modulo Leonardo sembra avere assunto maggiormente la funzione di suggeritore piuttosto che quella di realizzatore. Le "azioni decisive" sono 13 contro le 12 dello scorso anno, ma, visto che è l'omologo di Pato nel disegno tattico di Leonardo, da un attaccante esterno ci si può aspettare qualcosa di più di un gol su azione in quattro mesi abbondanti.
Naturalmente uno come il Dinho è il cassico giocatore che divide in due la tifoseria, riducendo al minimo le zone grigie. I suoi sostenitori affermano di essere molto soddisfatti dalle giocate che spesso mostra in campo e dall'apporto costituito dai suoi assist, mentre gli ipercritici avanzano la pretesa che un ex pallone d'oro di 29 anni deve e può fare molto di più. Io tendo "leggermente" verso il secondo partito.
Nella seconda parte della scorsa stagione, il contributo del Gaùcho si riduce notevolmente, sia in termini di quantità (presenza in campo) che di qualità. A parte un infortunio che lo tiene fuori per circa un mese, Ronaldinho gioca solo spezzoni di partita, qualcuno dà la colpa di questo ridotto utilizzo ad Ancelotti che, per qualche misterioso motivo, lo spedisce in panchina; qualcun'altro sostiene che Ancelotti non lo manda in campo per le precarie condizioni fisiche del brasiliano. Fatto stà che da gennaio a maggio il bilancio è di solo un gol e due assist.
Una tabella rende bene l'idea di questa inversione di tendenza:


Qualcuno avrà timore di un ripetersi della brutta seconda parte di stagione dello scorso anno, ma credo che la prospettiva di partecipare al mondiale indurrà Ronaldinho ad impegnarsi al massimo per convincere Dunga a portarlo in Sudafrica, e il feeling che lega Leonardo al suo connazionale farà il resto.
C'è un ultimo aspetto da considerare. In questi giorni di vacanza, dal Brasile sono sorte voci di un interessamento da parte di alcuni club brasiliani (Botafogo in testa) per un eventuale ritorno in patria del Dinho. Le interpretazioni possono essere diverse: potrebbe essere un messaggio alla dirigenza del Milan che, magari, stà un pò tentennando su un'ipotesi di prolungamento del contratto (attualmente giugno 2011); potrebbe essere una delle frequenti bufale che circolano quando non c'è molto da scrivere sui giornali, oppure qualche semplice contatto per sondare la disponibilità dell'entourage del giocatore ma senza che esista un piano ben preciso.
Va, però, presa in considerazione anche la possibilità che il ritorno in Brasile di Ronaldinho sia un'ipotesi con qualche fondamento. Dopo gli apripista Adriano e Ronaldo, anche l'ormai trentenne Dinho potrebbe trovare affascinante la prospettiva di tornare nel caldo clima brasiliano dopo avere, forse, disputato i mondiali con la sua nazionale.