domenica 31 ottobre 2010

Statistiche di Milan - Juventus 1-2

Ieri sera su Milan Channel, nel dopopartita di Milan-Juve, è stato letto un messaggio di un abbonato-tifoso che inquadra con una certa precisione il problema che affligge il Milan da alcuni anni: "siamo una squadra da esibizione e non da competizione".
La ricerca dell'estetica, il piacere della giocata ad effetto, la tendenza a ricamare va a discapito della determinazione feroce, della cattiveria agonistica, della concretezza sotto porta.

Nel Calcio, molto spesso, sono gli episodi a fare la differenza ... la traversa di Ibra dopo sette minuti e la bandierina alzata erroneamente dal guardalinee due minuti dopo con Pato solo davanti a Storari, sono episodi che avrebbero potuto cambiare la partita se l'esito fosse stato più aderente alle nostre speranze. Ma in tutti i primi 25 minuti, fino al gol di Quagliarella, ci sono state alcune opportunità che potevano essere trasformate in gol con un pizzico di cinismo in più.
Ma è proprio questa sfumatura di presunzione che mal si concilia con il secondo gene difettoso presente nel nostro dna.

Alla prima difficoltà, nel caso di ieri il gol del vantaggio bianconero, tutte le nostre certezze si trasformano in insicurezze. Il nostro carente equilibrio psicologico è uno dei problemi che dobbiamo risolvere se vogliamo cogliere le opportunità che questa stagione sembra offrire e che sono ancora li a portata di mano.
Lo svantaggio inaspettato avrebbe dovuto spingere la squadra a proseguire sulla falsariga dei primi 25 minuti aggiungendo quella determinazione e quella cattiveria che ci era mancata fino ad allora.
Invece da quel momento Pato evapora, Ibra spreca malamente un paio di occasioni, e la squadra nel suo insieme perde lucidità e dà la sensazione di non credere nella rimonta se non negli ultimi dieci minuti giocati in apnea guidati solo dal puro istinto di sopravvivenza.


I due ingredienti da inserire nella ricetta della nostra stagione sono la determinazione nello sfruttare le occasioni in attacco e la forza mentale con la quale affrontare le difficoltà che si presentano inevitabilmente nel corso di ogni partita.
Se riusciremo a correggere questi due "bug" potremo candidarci a mettere le mani su uno scudetto che manca da troppi anni e che mai come in questa stagione, dopo calciopoli, sembra alla portata di chi abbia intenzione di approfittarne.

MilaNumbers (12)
Campionato - 9° Giornata - 30.10.2010
Milan - Juventus 1-2   Quagliarella 24' - Del Piero 65' - Ibra 82'


Migliori: Nesta e Gattuso (7)
Peggiori: Pato e Boateng (4,5) - Sokratis, Pirlo e Seedorf (5) - Antonini e Ibra (5,5)





NOTE:
Assist di Antonini
Traversa di Ibra al 7'
100° presenza ufficiale di Pato in rossonero
288° presenza ufficiale di Inzaghi che raggiunge Giuseppe Antonini e Giovanni Lodetti

sabato 30 ottobre 2010

Respinti con perdite (della dignità)


Pericolo scampato.
No, non quello di affrontare Krasic questa sera a San Siro, ma quello di creare un pericoloso precedente che avrebbe consentito a qualsiasi giocatore di tuffarsi inpunemente in area al minimo sfioramento dell’avversario.
Solo la miopia o l’ingenuità possono avere spinto la dirigenza bianconera a presentare ricorso contro la squalifica di due giornate comminate dal Giudice Sportivo all’esterno serbo, oltre ad una buona dose di quella mentalità sbagliata che, se debellata, aiuterebbe il calcio italiano ad uscire dall’attuale empasse.

Nella settimana del “Superclassico” non si parla di tattica, di tradizione, di rivalità, di prospettive … l’attenzione dei tifosi viene catalizzata dal ricorso della Juventus, afflitta da sindrome da accerchiamento, nonostante la indiscutibile simulazione del giocatore serbo e la giusta squalifica per “comportamento gravemente antisportivo”.
Se ci fosse un po’ più di fair-play e di lealtà, il calcio sarebbe uno sport molto più piacevole e molto meno violento sia in campo che sugli spalti o intorno agli stadi.
Adesso si vuole mettere in discussione la norma che, con la prova tv, consente di punire chi si rende protagonista di questo tipo di episodi … io, oltre alle giornate di squalifica al giocatore, darei anche dei punti di penalizzazione alle società di appartenenza.
Oggi, nelle rarissime occasioni nelle quali un giocatore ammette la”furbata”, le società non apprezzano, e il giocatore finisce per fare la figura del pirla.

Confesso che Krasic è uno dei miei “pupilli” e che avrei stappato una bottiglia di quello buono nel caso fosse giunto a Milanello, quindi non ho prevenzioni di sorta nei suoi confronti.
Nel caso specifico si tratta di valutare un episodio che, se verificato, viene sanzionato dal regolamento con due giornate di squalifica.
Osservando le immagini è evidente che il difensore bolognese frena un attimo prima di provocare qualsiasi contatto, mentre Krasic finisce a terra trascinando il piede sinistro come se fosse stato falciato rendendo palese la simulazione.
Qualcuno ha voluto attribuire al leggero tocco con la mano del bolognese sulla spalla del serbo la causa di uno sbilanciamento che avrebbe fatto perdere l’equilibrio a quest’ultimo, ma lo stesso trascinamento del piede da parte di Krasic smentisce questa risibile giustificazione (senza contare l’evidente disagio mostrato in partita dal protagonista e le sue scuse nel dopopartita).

Ancora più risibile è stato il tentativo di assimilare l’episodio di Krasic a quello del presunto colpo al viso simulato da Robinho … costa fatica spiegare quali differenze esistano tra i due episodi (differenze che dovrebbero essere evidenti), ma dal momento che molti tifosi bianconeri fanno torto alla propria intelligenza, spenderò qualche parola per spiegarglielo.
Premetto che il comportamento di Robinho in quel frangente è assolutamente censurabile, ma a mio parere rientra nelle competenze della gestione disciplinare dei propri tesserati da parte della società, e non del Giudice Sportivo.
Sarebbe cosa buona e giusta che il Milan, così come qualsiasi società di calcio, stabilisse che simili comportamenti siano sanzionati con una multa.
Ma detto questo, è un dato di fatto, e non una opinione, che Krasic abbia procurato un rigore fasullo, mentre Robinho non ha provocato alcuna sanzione ad Aronica.
Krasic ha ingannato l’arbitro, che se non fosse stato ingannato non avrebbe concesso il rigore e avrebbe ammonito il giocatore risparmiandogli le due giornate di squalifica.
Nel caso di Robinho l’arbitro ha visto la sbracciata di Aronica, ma ha lasciato giustamente proseguire il gioco valutando la reazione del brasiliano (ripeto, censurabile) come una ditata in un occhio o un’unghiata al viso, ecco il motivo del mancato cartellino al rossonero.

Pubblicato su Mondo Milan Day

martedì 26 ottobre 2010

Statistiche di Napoli - Milan 1-2

Turn-over in parte obbligato a causa dei forfait di Zambrotta, Abate e Ronaldinho e delle perduranti assenze di Thiago e Ambrosini.
Robinho si gioca alla grande l'opportunità dispensando mobilità, velocità, copertura e ... gol (invece che staticità, lentezza, squilibrio e ... assist).
Boateng non è brillante come al solito, ma gli esperti dicono che si è disciplinato tatticamente ... io lo preferivo più anarchico.
Gattuso prosegue sul cammino della "rinascita", mentre Pirlo risulta abulico e impreciso, oltre che cervellotico sui calci piazzati.
Apprezzabile ritorno tra i vivi di Sokratis, viene messo a dura prova da Lavezzi ma se la cava discretamente considerando il prolungato esilio. Nesta sottotono. Sorpresona Oddo che fa più assist in ottanta minuti di quanti ne abbia mai fatti con la nostra maglia ... tiratina d'orecchi per la tendenza che ha di stringere troppo al centro lasciando sguarnita la fascia.
Bonera è come quei gatti che come li metti, così stanno ... in mezzo, a destra o a sinistra va bene lo stesso. Abbiati migliore dei nostri insieme a Robinho. Ibra è acciaccato e un pò nervoso, ma la butta dentro lo stesso. Pato è un mistero, speriamo risolvibile.

Il famoso "approccio alla partita" è ottimo ... li mettiamo nella loro metà campo fino al gol di Robinho, ma da quel momento la partita la fa il Napoli che nel minuto di recupero perde Pazienza ... pazienza (:D)
Con queste premesse ci si aspetta di assistere ad una ripresa senza grandi patemi con, anzi, la prospettiva di avere a disposizione grandi praterie sulle quali scatenare Binho, Pato e Ibra ... invece il Napoli rientra in campo con gli occhi della tigre, e noi con quelli del micetto ... il risultato è che sembrano loro in superiorità numerica, e anche dopo il 2-0 di Ibra non si perdono d'animo accorciando le distanze con una invenzione di Lavezzi.
Poi vediamo le streghe in anticipo su Halloween fino al 95', con occasioni gol per entrambe le squadre.

MilaNumbers (11)

Campionato - 8° Giornata - 25.10.2010
Napoli - Milan 1-2   Robinho 22' - Ibra 71' - Lavezzi 78'
CLASSIFICA: LAZIO 19 - MILAN 17 - INTER 15 - CHIEVO 13 - JUVE e NAPOLI 12


Migliori: Abbiati e Robinho (7)
Peggiori: Pato (4,5) - Pirlo (5) - Nesta (5,5)





NOTE:
Assist di Oddo (2)
Espulso Pazienza al 45+1'
Esordio stagionale di Oddo

Telecronaca partenopea :)

sabato 23 ottobre 2010

Un passo in più

MilAncien Regime
La batosta di Madrid ha scatenato il malumore in una buona fetta di tifosi rossoneri, e qualcuno già chiede lo scalpo di Allegri.
Altri sono disposti ad accordare all’allenatore ulteriore fiducia, facendo ricorso alle loro riserve di pazienza … in fondo il Mister sta lavorando sulla squadra da tre mesi, e la stagione agonistica è cominciata da meno di due.
Un primo passo importante Allegri lo ha fatto quattro partite fa, nella trasferta di Champions ad Amsterdam. Un passo difficile … la decisione di rispolverare il rombo ha comportato lo spostamento di Ronaldinho dalla sua amata fascia sinistra, e per far capire al Dinho quanto fosse determinato ad utilizzare la nuova (vecchia) disposizione tattica, Allegri lo ha relegato in panchina piazzando Seedorf dietro le punte … quasi un messaggio in codice: “o ti adegui o finisci in panchina”.
Allegri sarà sicuramente criticabile per alcuni aspetti come il limitato ricorso al turn-over o le sostituzioni tardive e/o discutibili, ma un merito gli va riconosciuto: ha preso coscienza dell’evoluzione tecnica di Pato e ha deciso, con grande determinazione, di mettere il Papero nelle condizioni di rendere al meglio.

Potenzialmente Ibra e Pato sono una coppia ancora più efficace di quelle classiche composte da una prima punta fisica e una seconda punta agile e tecnica perché entrambi sono al tempo stesso prima punta fisica e seconda punta agile, con una dotazione di qualità tecniche fuori dal comune.
Pato è molto diverso da quel 18enne giunto a Milanello tre anni fa. Ha messo su chili e centimetri ed ha aumentato la sua attitudine a giocare nei pressi dell’area. Lo stesso Menezes lo utilizza da centravanti nella nazionale brasiliana.
Ma anche Ibra, pur possedendo determinate caratteristiche fisiche, non è il classico centravanti di peso che crea spazi al compagno di reparto, che gioca di sponda o che si rende pericoloso in acrobazia, oltre a tutto questo è dotato di dinamismo e grande tecnica come una classica seconda punta.
A causa degli acciacchi di Pato, i due hanno giocato poco insieme e devono ancora affinare l’intesa, ma la partita di sabato con il Chievo ha dato una dimostrazione delle potenzialità esplosive della coppia.
Il futuro è nelle mani di Pato, la scelta di Allegri di privilegiare e assecondare le caratteristiche del Papero “sacrificando” quelle di Ronaldinho mi sembra doverosa e condivisibile.

Il secondo passo che deve fare Allegri riguarda il centrocampo … il reparto che può fare le fortune di una squadra o ne può affondare le ambizioni.
Si può disporre di una grande difesa e di un grande attacco, ma se il centrocampo non è in grado di proteggere il reparto arretrato e supportare l’attacco, difficilmente si riescono ad ottenere risultati positivi.
Nel caso specifico sembra evidente che, se si vuole fare strada, sia necessario modificare la composizione del reparto mediano.
Pirlo, Seedorf e Ronaldinho garantiscono tecnica e personalità, ma penalizzano la squadra a causa della carenza di velocità e dinamismo che li caratterizza.
Le partite giocate contro Parma e Chievo hanno dimostrato che la tenuta fisica del reparto, se così composto, ha un’autonomia che non supera l’ora di gioco, ma se si affronta una squadra che somma tecnica, velocità e dinamismo come il Real Madrid, quel centrocampo entra in crisi dal primo minuto.
L’unico che corre e non si risparmia mai è Gattuso, ma se fino a qualche anno fa teneva il ritmo per tutta la partita, oggi va in debito d’ossigeno dopo un’ora obbligando Allegri a spendere un cambio obbligato. La formazione proposta martedì può andare bene contro squadre di seconda fascia ma solo se non al top della condizione.
La partita contro il Real mi ha ricordato, per certi versi, la prima amichevole stagionale giocata a Varese … Allegri schierò dal primo minuto Oddo, Janku e Kaladze, quasi a voler dimostrare preventivamente ai tre quanto i motivi per tenerli ai margini della rosa fossero reali e fondati.
Presentare a Madrid Gattuso, Pirlo, Seedorf e Ronaldinho (più due punte) contro una squadra come il Real è parso ai più una specie di suicidio tattico, ma al tempo stesso potrebbe aver rappresentato, per Allegri, un “sacrificio” necessario per disporre di un “pretesto” utile a giustificare future scelte in antitesi alle pretese di questi giocatori di avere il posto fisso tra i titolari.

Se si vogliono ottenere risultati positivi, è necessario ruotare gli elementi a disposizione, ed equilibrare le doti tecniche di alcuni giocatori con quelle fisiche e dinamiche di altri.
Al momento Allegri sta utilizzando 14/15 elementi su 28, Pirlo non ha saltato neanche un minuto, Dinho e Seedorf superano l’80% di utilizzo, Flamini e Sokratis sono spariti dalla circolazione, Robinho e Boateng sono sottoutilizzati.
L’equilibrio in campo è anche conseguenza dell’equilibrio nello sfruttamento delle risorse umane a disposizione … la gara di Napoli di lunedì prossimo darà qualche indicazione su quali siano gli intendimenti del Mister su questo aspetto.
Sono disposto a concedergli ancora credito, ma mi aspetto un'immediata inversione di tendenza.

Pubblicato su Mondo Milan Day
 

mercoledì 20 ottobre 2010

Statistiche di Real Madrid - Milan 2-0

Qualcuno aveva espresso qualche dubbio sulla possibilità di tenuta fisica del nostro centrocampo contro squadre "un pò più forti" e un pò più veloci del Parma o del Chievo, se poi questa squadra un pò più forte la si affronta a tre giorni di distanza dalla partita precedente e dopo un tour de force che dura da inizio stagione ecco che si ha una delle chiavi di lettura della prestazione inguardabile di questa sera. 

Paradossalmente, di questa serata, salverei solo il risultato ... il rischio di prendere una bambola epocale è stato reale. D'altra parte se si affrontano avversari che vanno ai mille all'ora cominciando la partita con giochetti e colpi di tacco, e con due terzi di centrocampo e un trequartista che parevano stanchi già dopo il calcio d'inizio, è un miracolo aver chiuso con un passivo limitato a soli due gol.

Incomprensibile, poi, la ratio che ha spinto Seedorf in barriera a scansarsi sulla punizione di Cristiano Ronaldo
... a volte capita di vedere una barriera che si scompone e si apre, ma in oltre quarant'anni che guardo partite di calcio non avevo mai visto nessuno sulla traiettoria del tiro schivare il pallone ...

Ma ho un'altra chiave di lettura per interpretare quanto visto questa sera: nella formazione iniziale del Milan, oltre al 21enne Pato, c'erano dieci giocatori oltre i 28 anni ... e di questi dieci, sei oltre i trent'anni.
Nel Real, invece, oltre al 32enne Carvalho e ai 29enni Casillas e Alonso, c'erano due 27enni (Pepe e Arbeloa), un 25enne (Ronaldo), due 23enni (Khedira e Higuain) e tre 22enni (Marcelo, Ozil e Di Maria) ...

Sintomatici gli ultimi venti minuti di Pirlo e Seedorf ... non riuscivano ad accompagnare la manovra offensiva lasciando isolati gli attaccanti che perdevano palla e, sul ribaltamento di fronte, gli stessi Pirlo e Seedorf faticavano a rientrare esponendo la difesa alle folate avversarie ... li si vedeva galleggiare in mezzo al campo in balia della tempesta merengues.

Credo che Allegri debba finalmente prendere in considerazione l'ipotesi di utilizzare più spesso Flamini e Boateng, che avranno pure dei piedi poco fatati, ma sul piano del dinamismo avrebbero contrastato con maggiore efficacia gli avversari ... avrei anche la curiosità di vedere Robinho alle spalle di Pato e Ibra, ma so che rimarrà una mia curiosità.

Adesso ci sono sei giorni per preparare la partita di Napoli ... scommettiamo che sono troppi per pensare di fare un pò di turn-over?



MilaNumbers (10)

Champions - Gironi 3° Giornata - 19.10.2010
Real Madrid - Milan 2-0   Ronaldo 13' - Ozil 14'
Ajax - Auxerre 2-1   De Zeew 7' - Suarez 41' - Birsa 56'
CLASSIFICA: Real Madrid 9 - Milan 4 - Ajax 4 - Auxerre 0





Migliori: Amelia (7)
Peggiori: Dinho (1) - Seedorf (2) - Pirlo (3) - Pato e Ibra (4)







NOTE:
Esordio di Amelia in rossonero
Traversa di Pirlo su punizione al 30


domenica 17 ottobre 2010

Statistiche di Milan-Chievo 3-1

"Partita dai due volti" avrebbero detto alcuni lustri fa i vari Bubba da Genova, Carino da Ascoli, Vasino da Milano o Necco da Napoli.
Allegri ripropone il trequartista alle spalle delle due punte. L'evoluzione non solo fisica ma soprattutto tecnico/tattica di Pato, utilizzato da centravanti nella sua nazionale, consiglia al tecnico rossonero di schierarlo più centrale e più vicino ad Ibra ... posizione compatibile solo con la presenza di un trequartista (o di un centrocampo a quattro in linea).


Nel primo tempo il Milan gestisce la partita occupando bene il campo, i tre attaccanti si scambiano in continuazione le posizioni creando qualche problema al reparto arretrato clivense. In realtà nei primi 45 minuti la produzione di palle-gol è limitata alle due trasformate in rete da Pato su altrettanti assist di Ibra oltre a quella capitata in chiusura ancora sui piedi del Papero sulla verticalizzazione di esterno ancora di Zlatan, ma il gioco risulta fluido e gradevole.

Nella ripresa il progressivo calo fisico del centrocampo suggerirebbe l'inserimento di forze fresche in quel reparto, ma qualche scricchiolio nei muscoli di Abbiati e la sostituzione forzata di Thiago al 60' costringono Allegri a posticipare l'avvicendamento Boa/Seedorf (anche se a mio parere andava invertito cronologicamente rispetto a quello Pato/Robinho effettuato 10 minuti prima).
Di conseguenza il Chievo guadagna campo e accorcia le distanze procurando al Milan un eccessivo dispendio di energie fisiche e mentali rispetto a come si erano messe le cose dopo il doppio vantaggio.
Un pò la colpa è anche dell'atteggiamento troppo lezioso degli ultimi 20 minuti nei quali un tocco di palla di troppo ha messo in fuorigioco l'attaccante che si inseriva (Dinho tre volte) e il mancato lancio di Ibra a Boateng libero sulla fascia, in un paio di occasioni, ha precluso al Milan la possibilità di chiudere prima la partita.


La nota negativa è la distorsione alla caviglia patita da Thiago Silva, ma per fortuna non c'è coinvolgimento dei legamenti. Resta comunque il dubbio sulla possibilità di schierare il brasiliano nella sfida al Real in programma martedì prossimo a Madrid.

MilaNumbers (9)

Campionato - 7° Giornata - 16.10.2010
Milan - Chievo 3-1   Pato 18' - Pato 30' - Aut. Ibra 70' - Robinho 93'














NOTE:
Assist di Ibra (1-0 e 2-0) e Ronaldinho (3-1)
Prima rete in rossonero per Robinho


sabato 16 ottobre 2010

Ci sono un greco un uruguagio e un colombiano ...


Chiusa amaramente la parentesi dedicata alle nazionali, ritornano finalmente campionato e coppe europee.
Dopo il deludente pareggio ottenuto in Irlanda del Nord dai ragazzi di Prandelli e la brutta eliminazione dell’Under 21 di Casiraghi (con allegata mancata qualificazione alle prossime Olimpiadi di Londra), abbiamo assistito allo sconcertante spettacolo messo in scena dagli ultranazionalisti serbi martedì scorso a Genova (e qualcuno si ostina a chiamarli “tifosi”).

Ma cambiamo argomento ... l’incontro che questa sera opporrà a San Siro Milan e Chievo è la prima di una serie di quindici partite in due mesi che si chiuderà con la pausa natalizia, una sequenza di incontri di determinante importanza per portare la squadra ai vertici della classifica della Serie A e per ottenere la qualificazione agli ottavi di Champions League.
Martedì saremo impegnati a Madrid in un confronto di prestigio e di grande importanza, ma sarà necessario cominciare a pensarci da domenica mattina, oggi dobbiamo concentrarci esclusivamente sulla sfida con i veronesi.

In questo scorcio di stagione si giocherà spesso ogni tre giorni, gli intervalli di una settimana tra una partita e l’altra saranno quattro. Allegri (facendo i debiti scongiuri) ha praticamente a disposizione l’intera rosa ed è auspicabile fare ricorso al turn-over, una pratica poco utilizzata al Milan in questi ultimi anni.
Ci sono due ordini di motivi che consigliano al Mister l’utilizzo di questo strumento: preservare i soggetti più a rischio da infortuni più o meno lunghi, e coinvolgere il maggior numero possibile di giocatori facendoli sentire parte integrante del progetto.

Osservando i dati relativi alle prime otto partite stagionali salta all’occhio il fatto che Andrea Pirlo non abbia saltato neanche un minuto, mentre Flamini, pur infortunato all’inizio della stagione, somma tre presenze per un totale di 97 minuti. Con il recupero di Ambrosini sarà necessario un maggiore equilibrio nell’utilizzo dei centrocampisti, ma volevo spostare l’attenzione sul reparto arretrato.

Sappiamo tutti quanto sia estremamente difficile rinunciare a Nesta e/o a Thiago, sono indubbiamente una delle coppie di centrali più forti al mondo, ma sappiamo altrettanto bene che Alessandro è a rischio e il brasiliano non è immune da acciacchi.
In questi giorni si è letto di una possibile cessione di Yepes a gennaio, mentre Sokratis è sparito dagli schermi radar dopo la partita di Cesena nella quale il greco ha rappresentato solo la punta dell’iceberg di una pessima prestazione di tutta la squadra.

Il colombiano è ancora in attesa di esordire in maglia rossonera, il greco ha giocato solo i 90 minuti di Cesena per poi passare da una tribuna ad una mancata convocazione.
Ricordiamoci che lo scorso anno ci vedemmo costretti a schierare Oddo in mezzo alla difesa (magari avessimo avuto a disposizione Yepes) e che Sokratis è un investimento tecnico ed economico da preservare e valorizzare.
Personalmente lo avrei riproposto immediatamente dopo Cesena per dargli fiducia e una immediata occasione di riscatto, invece non vede il campo (e quasi neanche la panchina) da oltre un mese, con il rischio che si possa perdere psicologicamente.

C’è poi la questione Bruno Montelongo, giocatore giovane ma non giovanissimo (23 anni) arrivato in prestito con diritto di riscatto da esercitare entro gennaio.
Il fatto che il Milan lo abbia voluto in rosa per valutarne le capacità, e l’interesse espresso nei suoi confronti da Alex Ferguson, fa sospettare che l’uruguagio abbia delle qualità.
Se si aggiunge che qualche problemino nel settore dei terzini è innegabile, si fa fatica a capire per quale motivo Montelongo non venga mai neanche convocato.
A gennaio o viene riscattato o torna alla base, ci sono due mesi (e 15 partite) a disposizione di Allegri per valutare il giocatore … proviamolo, in modo da evitare di riscattarlo a scatola chiusa o rimpiangerlo se dovesse andare via e poi rivelarsi un ottimo giocatore.

Pubblicato su Mondo Milan Day

sabato 9 ottobre 2010

Tra ragione e sentimento


MilAndirivieni

Ci sono alcuni giocatori che entrano nel circolo ematico dei tifosi, diventano parte di loro.
In qualche caso lo si può affermare oggettivamente … mi riferisco a Rivera, a Baresi, a Maldini … in altri casi questa sensazione è più soggettiva, meno assoluta.
Nel mio caso, oltre ai tre mostri sacri citati prima, mi scorrono nelle vene le storie e le figure di Pierino Prati (che sofferenza quando andò alla Roma), Ruud Gullit, Marco Van Basten, Andriy Shevchenko (che amarezza quando decise di andare a Londra), e Ricardino Kakà.

In queste ore sembra sempre più verosimile un ritorno al Milan del brasiliano partito per la Spagna, tra mille sofferenze della tifoseria, neanche un anno e mezzo fa.
Il mancato rinnovo del contratto di Ronaldinho, Galliani in trasferta a Los Angeles, Bosco Leite in “visita di cortesia” in via Turati, sembrano indizi indicativi del fatto che un qualche progetto di riportare Kakà in rossonero esista.

I malanni fisici che perseguitano Ricky da qualche tempo e la tradizione negativa che storicamente contraddistingue i ritorni a Milanello (giocatori o allenatori che siano) suonano come un campanello d’allarme, e sconsigliano di portare a termine l’operazione.
Ciò che pare scontato è che tra Kakà e il Dinho, uno è di troppo … Kakà può arrivare solo se va via Dinho, mentre se parte il Dinho non è detto che torni Kakà.
A favore di Ricky, rispetto al Gaucho, gioca il fatto che ha due anni di meno e che, a mio parere, è più compatibile con il progetto tattico di Allegri. Ma dal mio punto di vista gioca anche il fatto che di Ricky sono calcisticamente innamorato, mentre il Dinho non mi ha mai scaldato il cuore.
L’entità dell’investimento necessario a riportare Kakà al Milan, però, potrebbe e dovrebbe suggerire alla dirigenza di puntare su un elemento giovane e di sicuro avvenire come, per fare un esempio a caso, il “palermitano” Pastore.

In definitiva se Kakà dovesse tornare lo accoglierò con gioia nella speranza che la sua storia rossonera, conclusa traumaticamente e prematuramente, possa trovare un degno epilogo … se invece non dovesse tornare tirerò un sospiro di sollievo, nella speranza che si facciano scelte di prospettiva.

Pubblicato su Mondo Milan Day

domenica 3 ottobre 2010

Statistiche di Parma-Milan 0-1

Ieri sera abbiamo vinto e sono di buon umore ... prenderà il sopravvento il mio lato ottimista.

Il primo tempo mi ha ricordato un pò l'atteggiamento tenuto lo scorso anno a Bari, la squadra ha preso possesso del campo e ha impostato la partita sui suoi ritmi ... e quando è l'avversario ad adattarsi ai nostri ritmi, di solito vinciamo la partita.
Ibra ha avuto quattro palle gol tutte nel primo tempo, due nitidissime ... una delle due addirittura tripla, conquistata con il fisico e il piedone tentacolare ...  non ha segnato ma ha giocato un'ottima partita.

La sorpresa è stata vedere Ronaldinho giocare da trequartista puro per novanta minuti. E' riuscito incredibilmente ad evitare di scivolare sulla sinistra, veniva a prendere palla a centrocampo dove gli spazi sono più ampi, e poi puntava l'area avversaria.
I risultati di questo "esperimento" sono contrastanti ... si è notato un certo disorientamento del tutto normale vista la desuetudine a muoversi in "mare aperto" (lui che ama incrociare sotto costa), oltre ad un pizzico di mancanza di convinzione ... ma è stato maggiormente coinvolto nel gioco senza le pause che lo caratterizzano quando rimane defilato a sinistra, ed ha accorciato le distanze dalla porta. Questa sera si è trovato faccia a faccia con il portiere (non ricordo quando è capitato l'ultima volta) ed ha provato qualche inserimento in area andando anche al tiro.
Se Allegri riesce a convincere il Dinho a giocare in quella posizione ci guadagnamo tutti.

La solidità che il "rombo" conferisce alla squadra comincia a stuzzicare Allegri, d'altra parte è il modulo utilizzato da "Acciuga" quantomeno negli ultimi anni a Cagliari. La prova positiva di Amsterdam lo ha convinto a ritentarci con il Dinho, nè Ancelotti nè Leonardo sono riusciti a convincerlo, vedremo se ci riuscirà Allegri ... che, però, mi sembra piuttosto determinato.


L'aspetto negativo della serata è stato l'ultimo quarto d'ora di sofferenza, ma è dipeso degli errori di mira del primo tempo ... il fatto di aver portato a casa la partita può migliorare la convinzione e l'autostima, la prossima volta ci metteranno un pò di determinazione in più.

MilaNumbers (8)

Campionato - 6° Giornata - 02.10.2010
Parma - Milan 0-1   Pirlo 25'


Migliori: Gattuso e Pirlo (7) - Ibra (7-)
Peggiori: Zambrotta e Robinho (5,5)




NOTE:
Presenza n° 211 per Abbiati che raggiunge Schienoni (terzino anni 20) al 53° posto.

Milanbilandia


“Il Milan non è un parco giochi … dobbiamo essere più concreti perché dobbiamo vincere lo scudetto” … dopo la scenata in tribuna a Cesena nei confronti di Braschi e il seguente comunicato sul sito ufficiale per ricordare il regolamento Uefa sui fuorigioco, Galliani dà continuità alla sua stagione più “vivace” di questi ultimi anni lanciando messaggi a Ronaldinho e sdoganando eventuali decisioni “coraggiose” di Max Allegri.

L’allenatore rossonero, nella conferenza stampa pre Ajax-Milan, comunica la probabile panchina per il Gaùcho. I media interpretano le dichiarazioni di Galliani e i propositi di Allegri come una bocciatura per il Dinho, e prefigurano un possibile addio del brasiliano a giugno se non addirittura a gennaio (ipotesi da non escludere a priori), ma Allegri archivia la pratica sotto il nome di “turn-over” … un semplice turno di riposo per un giocatore tra i più utilizzati dall’inizio della stagione.

Nella sfida contro l’Ajax Allegri propone per la prima volta il “rombo”, modulo preferito dal tecnico livornese e schema tattico conosciuto a memoria dalla squadra. Si potrebbe pensare ad una soluzione obbligata stante l’indisponibilità di Pato e gli scarsi risultati ottenuti dall’esperimento Ibra-Inzaghi contemporaneamente in campo (Milan-Catania), ma credo che fosse intenzione di “Acciuga” sperimentare un’alternativa tattica atta a migliorare gli equilibri di squadra.
In effetti il ricorso al “rombo” ha assicurato alla squadra una compattezza che quest’anno non si era ancora vista (anche se le ultime partite giocate contro Lazio e Genoa avevano evidenziato un progresso della fase difensiva), ma anche una maggiore imprevedibilità in attacco con due uomini in grado di attaccare gli spazi ed il trequartista pronto a servirli con precisione (gli assist di Seedorf per Robinho ne sono stati un esempio).
La gara contro l’Ajax non rientra certamente tra le prestazioni indimenticabili della Storia rossonera, ma per la prima volta gli uomini di Allegri hanno dato la sensazione di essere una squadra e non una somma di individualità.
Pur soffrendo la fisicità olandese, ed in particolare il pressing e la loro predisposizione all’anticipo, abbiamo tenuto egregiamente il campo andando in difficoltà quasi esclusivamente per la qualità delle giocate di Luis Suarez.
Quindi esiste una questione tattica da risolvere. Nonostante i diktat presidenziali il Gaucho continua a stanziare nella stessa posizione occupata negli anni precedenti con Ancelotti e Leonardo (ma anche a Barcellona) con tutti i condizionamenti che ne derivano sull’assetto della squadra.

Seedorf in campo e nel dopopartita.
Controversa la partita dell’olandese … nel primo tempo ha commesso il grave errore di aspettare il pallone invece che andare incontro al passaggio subendo sistematicamente l’anticipo dall’avversario e facendo perdere la pazienza ai tifosi. Ma quando è stato raggiunto dal pallone ha inventato giocate meravigliose mettendo due volte Robinho davanti al portiere e servendo un facile assist per Ibra in occasione dell’1-1 … quello che è difficile metabolizzare è questo atteggiamento indolente che rischia di cambiare l’inerzia della partita e mette in difficoltà la squadra, le qualità tecniche non si discutono, ma l’atteggiamento si.
Le dichiarazioni rilasciate dall’olandese nel dopopartita di Amsterdam sono state un’ingerenza nell’ambito delle prerogative del tecnico, ma anche discutibili nel merito.
I difetti principali del Milan in questi ultimi anni sono stati la lentezza della manovra, lo sterile possesso palla, la carenza di verticalizzazioni e, anzi, la sovrabbondanza di fraseggio orizzontale (il famoso ti-tic ti-toc per intenderci). Trovo quantomeno singolare lanciare allarmi su un ipotetico rischio opposto, e la stessa partita di Amsterdam non giustifica un simile allarme.
Avere a disposizione un centravanti con le qualità di Ibra aumenta le opzioni d’attacco, e queste qualità vanno sfruttate. E’ ovvio che il lancio per lo svedese non deve diventare l’unico tema offensivo. Dichiarazioni inopportune nei tempi, nei modi e nei contenuti.
Pubblicato su Mondo Milan Day