giovedì 30 giugno 2011

Come nasce una stella

Non so se tra i pochi viandanti del web che passano di qua ci sia qualcuno che possa condividere con me l'interesse per la Cosmologia. Ho una predilezione per i saggi scientifici in generale, ma in particolare per quelli che hanno come oggetto lo studio dell'Universo, di come sia nato, di come si stia evolvendo e di quale destino lo aspetti tra miliardi di anni.
Avere anche solo una vaga idea di che cosa siamo in rapporto all'infinito che ci circonda è un buon sistema per stare con i piedi per ... terra e per non prendersi troppo sul serio ... in fondo siamo solo un agglomerato di molecole organiche formatosi su una palla di lava vagante nello spazio, racchiusa da una sottile crosta semisolida e avvolta da una pellicola di gas che usiamo chiamare atmosfera. Un agglomerato di molecole che per uno scherzo della natura ha preso coscienza della propria esistenza, ha posto tutta la propria attenzione su se stesso e ha perso un po' il contatto con la realtà.

Ma torniamo al titolo del post: Come Nasce una Stella.
L'universo è un insieme di Buchi Neri, di Stelle, Pianeti, Asteroidi, Comete, Sassi, Polveri, Gas, Atomi vaganti, radiazioni ed enormi vuoti ... ma anche di misteri come i Quasar o la cosiddetta Materia Oscura.
Una Stella nasce in una regione dello spazio nella quale è presente una certa quantità di materia sotto forma principalmente di Gas e Polveri (le Nubi Interstellari). Questa materia, nelle regioni più dense, tende a concentrarsi per effetto della forza gravitazionale. Se attorno a questi grumi c'è sufficiente materia, con il tempo (da 100.000 anni ad alcuni milioni) la massa della protostella raggiungerà un livello critico tale da generare, nelle regioni interne, una pressione e una temperatura in grado di innescare le prime reazioni nucleari (Atomi di Idrogeno che fondendosi formano Atomi di Elio ed emettono alti livelli di energia).

Il Sole emette radiazioni in modo costante perchè ha raggiunto un equilibrio tra la forza di gravità che tende a comprimerlo e le reazioni nucleari al suo interno che tendono ad espanderlo. Ma una stella in fase di formazione sarà soggetta ad una serie di oscillazioni, così come lo sarà al termine della sua esistenza anche se per motivi leggermente diversi. La gravità comprime la protostella aumentando pressione e temperatura al suo interno e innescando le reazioni nucleari che la espandono nuovamente, espandendosi, temperatura e pressione calano, le reazioni nucleari si diradano e la stella torna a comprimersi. Il ciclo andrà avanti fino a quando la massa dell'oggetto sarà sufficiente ad "obbligarlo" a generare con continuità le reazioni nucleari trovando l'equilibrio tra le due forze antagoniste.

Adesso mi immagino un Tonino Di Pietro che passa di qua e si chiede "ma che c'azzecca la cosmologia in un blog sul Milan ?!?!?" ... caro Tonino ... tutta 'sta pappardella era solo una metafora (forse un po' troppo articolata) per dire che Patinho non è ancora una Stella "nel pieno delle sue funzioni". La prossima stagione sarà la quinta con la nostra maglia, e in questi quattro anni si è comportato come una Protostella, non ha ancora messo a regime le reazioni nucleari, lo fa ad intermittenza ... si gonfia, e poi si sgonfia, emette inprovvisi lampi di luce abbagliante e poi si eclissa.

In questi giorni, giustamente, si parla di Hamsik, del Ganso, di Fabregas, Danilo, Nasri, Witsel, Bale, e chissà chi dimentico ... ma forse l'acquisto più importante potrebbe essere già a Milanello. Se Pato decidesse finalmente di dare fuoco alle polveri e si trasformasse definitivamente in una Stella aumenterebbe il potenziale rossonero anche in ambito europeo.

Per curiosità (aridaje co 'ste statistiche) ho voluto mettere a confronto i sei bomber rossoneri più importanti degli ultimi 25 anni (o almeno quelli che hanno giocato minimo quattro anni consecutivi e con lo status da titolari), ed i risultati evidenziano come le potenzialità del Papero siano ancora "inesplorate", ma sottolineano anche come la sua impronta in questi quattro anni sia stata ancora troppo leggera.
Il confronto è basato sui primi quattro anni al Milan ed esclusivamente sulle partite di campionato per avere dei dati il più omogenei possibile.
I soggetti presi in esame sono: Virdis, Van Basten, Weah, Sheva, Inzaghi e, appunto, Pato.
Evvai con la solita tabella ...


Le prime colonne non hanno bisogno di spiegazioni, le ultime due indicano rispettivamente la media dei minuti giocati per ogni presenza e la frequenza realizzativa in rapporto ai minuti effettivamente giocati.
Come si può notare il Papero ha passato sul campo la metà dei minuti a disposizione. Peggio di lui, da questo punto di vista, ha fatto solo Inzaghi, tartassato dagli infortuni nelle sue prime stagioni a parte la seconda (2002-03) nella quale ha espresso tutto il suo potenziale.
Anche la media minuti/presenze è decisamente inferiore a quella dei suoi predecessori, tutti oltre gli 80 minuti. Se però si osserva la media realizzativa, Pato presenta il dato migliore appena davanti a Sheva. Mi aspetto che la prossima stagione il Papero diventi un punto di riferimento per i compagni ed un punto di forza costante per la squadra, e che giochi di più senza diluire troppo la sua straordinaria media realizzativa. Se raggiungerà questi obiettivi potremo finalmente dire che è nata una Stella.

P.S. Per chi fosse curioso, nella tabella successiva si può trovare il dettaglio, stagione per stagione, di ognuno dei sei giocatori presi in esame.


martedì 21 giugno 2011

Caro Amico ti scrivo ...

... così mi distraggo un po' ...

Caro RossoneroDiVergogna
per rispondere ai tuoi commenti espressi un paio di post fa, ho bisogno di spazio e comodità ... meglio quindi utilizzare l'editor del blog piuttosto che la finestra dei commenti.
Per creare un diversivo tattico parto dalla fine :), mi dici:
"se ti chiami Milanalisi almeno dovresti dimostrare una certa obiettività, invece sembri il peggiore degli ultras"
Il tuo giudizio francamente mi sorprende. In generale il tifoso tende, in virtù della sua essenza, ad essere poco obiettivo, ma questa è solo una tendenza. C'è chi non vuole proprio essere obiettivo e lo fa chiaramente capire, c'è chi prova ad esserlo un po' ma senza esagerare, c'è anche chi vuole essere obiettivo perchè ne fa una questione di onestà intellettuale, ma anche quest'ultima frangia, per quanto eserciti con giudizio la propria obiettività, rimane sempre un elemento di parte.
Per il tifoso, proprio in quanto tale, è lecita qualsiasi posizione al di qua del confine che porta al ridicolo: negare l'evidenza ... tu a quale categoria appartieni?
Nei miei post-partita se viene regalato un rigore al Milan lo dico, se facciamo una partitaccia e vinciamo lo dico, se subiamo un torto lo dico ... i post sono li, basta leggerli.

Ma veniamo alle cose concrete. Dici:
"l'Inter non ha avuto nessuna spinta artificiale dopante da calcipoli e infatti ha vinto con Mancini, ha vinto con Mourinho, ha vinto con Benitez, ha vinto con Leonardo e continuerà a vincere con chi verrà"
dunque, da dove partiamo? partiamo dalla classifica finale del campionato 2005/06

1° Juventus 91
2° Milan 88
3° Inter 76
4° Fiorentina 74
5° Roma 69

A guardare la classifica pare evidente che i maneggi di Moggi (he he sembra uno scioglilingua) servissero a tenere a bada il Milan (finito a 3 punti nonostante tutto) piuttosto che quelli là finiti a 15 punti dalla vetta. A questo proposito c'è ancora qualche buontempone che sostiene che anche il Milan "maneggiasse" ... ma per arrivare sempre secondo.
Orbene ... scoppia lo scandalo ... lo scudetto 2005 vinto dalla Juve con 7 punti sul Milan e 14 sull'Inter viene revocato ai bianconeri e non assegnato - quello 2006 viene stampato su cartone, plastificato e assegnato all'Inter finita 15 punti dietro alla Juve e 12 dietro al Milan - la "gobba" finisce in serie B - i nerazzurri, rasentando il vilipendio di cadavere, si pasciono dei resti bianconeri portando ad Appiano Ibra e Vieira approfittando anche dell'immobilismo forzato del Milan. Il campionato 2006/07 comincia con il Milan penalizzato di 8 punti (poi rimasti tali), la Lazio di 11 (poi ridotti a 3) e la Fiorentina (terminata solo 2 punti dietro all'Inter nel 2006) di 19 (poi ridotti a 15) ... e tu, che evidentemente ti ritieni obiettivo, mi dici "l'Inter non ha avuto nessuna spinta artificiale dopante da calcipoli" ... il campionato più falsato nella storia del calcio mondiale terminerà con l'Inter campione d'Italia con 22 punti sulla Roma seconda e 35 sulla Lazio terza ...

Nella stagione successiva si parte, apparentemente, tutti alla pari. Dico apparentemente perchè gli effetti dell'estate precedente sono evidenti anche nel 2007/08. La Juve torna in serie A e disputa il miglior campionato del dopo calciopoli, ma è sempre una Juve ridimensionata, e Ibrahimovic continua a fare la differenza in maglia nerazzurra.
Ma se proprio tutto ciò non bastasse ci pensa la classe arbitrale a mettere le cose a posto. I bianconeri vengono tartassati ancora oggi, Il Milan comincia a prendere gol in fuorigioco (Maccarone a Siena) già alla terza giornata, alla 5° perde a Palermo con Amauri pallavolista, alla 6° si vede negare un gol regolare di Inzaghi con il Catania, alla 7° si vede negare due rigori a Roma con la Lazio, all'8° un altro rigore negato nella sconfitta interna con l'Empoli, e potrei andare avanti. Faccio notare che questi episodi non sono del tipo di quelli che si possono discutere, sono episodi evidenti, lampanti, solari.
Nel frattempo L'inter ottiene un rigorino inesistente a Roma alla 6°, sblocca il risultato con la Lazio con un altro "rigoronzo", stessa cosa con il Torino, stessa cosa con il Siena. Con il Parma (sotto 2-1 all'88') ottiene un rigore per la famosa carambola coscia/braccio di Couto, batte 1-0 l'Empoli con l'ennesimo rigoronzo, sblocca il risultato a Catania con un gol irregolare di Cambiasso ... tutto questo per tenere a distanza la Roma che con uno sforzo sovrumano riesce ad arrivare a -4 alla 31°, ma a quel punto ricominciano gli episodi strani ... Vieira porta in vantaggio l'Inter a Bergamo con un gol irregolare alla 32° (e la Roma tiene il -4). Alla 34° sembra fatta, Diamanti segna l'1-1 a Roma e l'Inter va a +6, alla 36° il Milan si toglie una delle poche soddisfazioni di questo sciagurato periodo vincendo il derby per 2-1 (Inzaghi e Kakà) permettendo alla Roma di andare a -3 e a -1 alla penultima. A Parma, nel turno conclusivo, ci pensa il redivivo Ibrahimovic a spezzare le reni al Parma nel secondo tempo, mentre la Roma, virtualmente campione d'Italia all'intervallo dopo il gol di Vucinic, deve "concedere" il pari (Martinez) al Catania su un campo assediato da centinaia di bordocampisti minacciosi ... uno scudetto immeritato come quelli della Juve di Moggi. Questi sono i primi tre Scudetti della "fantastica" cinquina nerazzurra.

Non voglio tediare con la cronistoria del campionato 2008/09, mi limito a ricordare che anche il quarto Scudetto si è sviluppato sulla falsariga del terzo, con un gol irregolare di Ibra già alla prima giornata a far coppia con l'autogol fantasma di Terlizzi a Catania alla seconda e l'episodio simbolo: il gol vittoria di Maicon a Siena alla 17° giornata (a 7' dalla fine) con quattro nerazzurri in fuorigioco, al quale aggiungerei quello in bagher di Adriano nel derby.
Insomma, può anche darsi che come dici io sia un ultras, ma se non altro sono sicuramente un ultras milanista ...


domenica 19 giugno 2011

Va tutto bene ...

Va tutto bene, siamo Campioni d'Italia, ci stiamo muovendo con una certa disinvoltura sul mercato, e stiamo assistendo con un misto di sorpresa, compiacimento e ilarità alle evoluzioni dei presunti cugini nella loro spasmodica ricerca di qualcuno a cui affidare la panchina lasciata vacante dal sognatore di Niteroi.

Va tutto bene ma non bisogna perdere il senso critico, e allora proviamo ad esercitarlo cominciando con Mexes. Credo di non scostarmi troppo dalla realtà affermando che il francese ha già espresso il massimo delle sue potenzialità negli anni passati. Sostenere che sia nella fase discendente della sua carriera può apparire antipatico, ma le ultime due stagioni disputate a Roma giustificano questa valutazione. Non va poi neanche sottovalutato il fatto che Mexes sia reduce dalla rottura del crociato, e la casistica insegna che per un calciatore, il primo anno successivo ad un infortunio di tale entità è, nel migliore dei casi, un anno "interlocutorio". Sappiamo che Nesta è una garanzia ma sappiamo altrettanto bene che andrà centellinato con attenzione, disponiamo di Yepes che si è molto ben comportato quest'anno ma che, come Sandrone, va per i 36. Poi c'è Bonera, che da centrale ho sempre apprezzato ma che sembra sempre più fragile ogni anno che passa. Con questo gruppo di centrali, "siamo a posto così" o dovremo prendere qualcuno (Astori) utile nell'immadiato ma anche in prospettiva?

A dire il vero ci sarebbe anche un certo Michelangelo Albertazzi, che a 15 anni sembrava un predestinato e oggi non sembra in grado di poter tenere fede alle promesse. Albertazzi è in uscita dalla formazione primavera per raggiunti limiti di età, così come il terzino sinistro De Vito, il jolly difensivo Pasini e i centrocampisti Novinic e Santonocito. Su questi cinque elementi ci sarà da decidere se e chi integrare nella rosa di prima squadra, se (e chi) far maturare da qualche parte, oppure se fare cassa.

Sull'operazione El Shaarawy non c'è ancora l'ufficialità, ma se andasse effettivamente in porto la giudicherei molto positivamente. E' solo una sensazione, che come tale ha poco di razionale, ma il possibile arrivo del Faraone mi ha quasi entusiasmato. quello che mi entusiasma meno sono le voci di un suo possibile parcheggio lontano da Milanello. Anche la cessione, sia pure in comproprietà, di Merkel non l'ho presa benissimo, anche se Preziosi in questi ultimi tempi pare sorprendentemente remissivo e accondiscendente nei nostri confronti. Visto che siamo in tema di giovani vorrei spendere due parole anche su Strasser. Gira voce che il centrocampista possa andare a Novara, e la cosa non mi piacerebbe. Allegri ha due opzioni per il ruolo di schermo davanti alla difesa: Ambrosini e Van Bommel, giocatori datati e con un anno di contratto. Quello è il ruolo di Strasser, che ha dimostrato di avere dei numeri ... siamo certi di poter tirare avanti tutta la stagione con Ambro e Van Bommel?

Chiudo sul famoso "Mister X". Il mio sogno (ma non solo mio) è Fabregas, in seconda battuta andrebbero bene pure Schwainsteiger o Hamsik ... però, per favore, lasciamo perdere gli Aquilani o i Montolivo ...


giovedì 16 giugno 2011

Oggi le comiche

Esaurita la spinta artificiale (e dopante) derivante da calciopoli, i nerazzurri sono finalmente tornati a vestire i panni che meglio li rappresentano ... quelli di "RidolInter" (la versione italica di Charlot), con Stan Leonard e Oliver Morhardy investiti del ruolo di protagonisti. In realtà i "nostri" non meriterebbero la definizione di comici, il comico è degno di rispetto e considerazione ... questi li definirei ... ridicoli ... il castello di carte Morattiano sta inesorabilmente crollando ed Eto'o, che ha poco senso dell'umorismo, sta seriamente pensando di traslocare.

sabato 11 giugno 2011

Ganso o non Ganso ...

Io non saprei dire se l'ipotesi di allargamento al secondo extracomunitario sia semplicemente un trip di Galliani e di tutta la Lega Calcio o se sia nata da una effettiva apertura concessa dai vertici della Federcalcio. Di sicuro sarebbe opportuno che, in un caso o nell'altro, si prendesse una decisione con una certa sollecitudine. La questione non è di secondaria importanza dato che interferisce con le operazioni di mercato delle squadre italiane, basti pensare al tira e molla tra il Milan e Ganso per capire che sarebbe fondamentale sapere su quali regole impostare la campagna acquisti. E' proprio il caso Ganso che fa un pò tenerezza ... avendo occupato la casella da extracomunitario con Taiwo (che potrebbe prendere la cittadinanza francese, ma quello dei passaporti è un altro argomento che meriterebbe un approfondimento), con la normativa attuale il Milan non potrebbe ingaggiare il brasiliano. Nonostante ciò è da quasi un mese che si va avanti con 'sta manfrina: nei giorni immediatamente precedenti Milan-Cagliari (giocata il 14 maggio) si azzardò il possibile annuncio dell'ingaggio di Ganso al termine della partita nel corso dei festeggiamenti per lo scudetto ... poi l'infortunio (l'ennesimo) patito dal brasiliano ha moltiplicato i dubbi, già esistenti, sulla sua affidabilità fisica, e la pista Ganso si è raffreddata, per poi tornare calda alcuni giorni fa quando Galliani, secondo gli organi di stampa, avrebbe programmato un viaggio in sudamerica per assistere alle finali di Copa Libertadores e per chiudere la trattativa ... oggi, invece, altro dietro-front ... non se ne fa più nulla.
Il Calcio italiano è in crisi, lo scandalo scommesse è un ulteriore elemento di turbativa per le strategie di mercato delle squadre italiane ... possibile che non si possa mettere un punto fermo almeno sul numero di extracomunitari tesserabili? ... il mercato viene pianificato mesi prima rispetto all'apertura ufficiale, ma in Italia non si conoscono ancora, nel bel mezzo del calciomercato, tutte le regole del gioco.

Chiusa la parentesi "istituzionale" (con un certo senso di nausea) apro quella tattica. Premesso che punterei dritto su Fabregas, elemento in grado di elevare la cifra tecnica della squadra (e per di più comunitario), pare che attualmente i candidati al ruolo di trequartista siano il già citato Ganso (se le norme lo consentiranno) e lo slovacco Hamsik, anche lui coinvolto nel tira e molla di queste settimane di calciomercato. Chiari riferimenti ad Hamsik sono stati fatti tanto da Allegri quanto da Berlusconi il quale, nella settimana precedente i ballottaggi per le amministrative del Comune di Napoli, ed in seguito alle rimostranze di De Laurentiis, si è affrettato a smentire l'interessamento del Milan nei confronti della "bandiera" partenopea. Sta di fatto che lo slovacco pare ingolosito dalla prospettiva di giocare in rossonero, ed è possibile che Galliani, poste le basi per una rottura tra il Napoli e il trequartista, stia solo aspettando l'evolversi della situazione.

Personalmente su Ganso ho parecchie perplessità, e non solo per i problemi fisici che hanno colpito il brasiliano con preoccupante frequenza. L'inserimento di un giocatore con quelle caratteristiche è una operazione che implica una rimodulazione degli equilibri di squadra ed una modificazione consistente della filosofia di gioco di Allegri. A mio parere il programma di rafforzamento della squadra dovrebbe prendere spunto dalla stagione appena terminata, e questa convinzione mi fa preferire lo slovacco al brasiliano. Allegri ha imbastito un impianto di gioco ben definito, e la squadra ha assunto un'identità altrettanto precisa. L'innovazione tattica nel Milan di Allegri rispetto agli anni precedenti consiste essenzialmente nell'inserimento di un trequartista sui generis (all'atto pratico un quarto centrocampista un po' più libero da compiti difensivi rispetto ai compagni di reparto) e con il posizionamento di uno schermo davanti alla difesa (Ambrosini o Van Bommel) al posto del playmaker. Penso che possedere una mentalità aperta a nuove soluzioni tattiche sia sintomo di intelligenza calcistica, così come considero errato un atteggiamento tendente a fossilizzare lo status quo, ma in questo momento storico ritengo opportuna la scelta di consolidare l'impianto di gioco in dotazione e rafforzare l'identità acquisita dalla squadra operando sul mercato con scelte coerenti con il lavoro impostato da Allegri nella seconda parte di questa stagione.

Quindi: meglio Hamsik di Ganso .... ma meglio ancora sarebbe Fabregas, un giocatore che potrebbe interpretare alla perfezione il ruolo di trequartista come lo intende Allegri ...

domenica 5 giugno 2011

Un'occhiata alle spalle

Spero che mi sarà perdonata una piccola operazione di "marketing". Da ieri è on-line il sito gemello di questo blog, un sito incentrato su storia e statistiche Rossonere.
Nella side-bar del blog è stato posizionato un elenco di link alle pagine principali di MilaNumbers e il logo che porta direttamente alla home page.
Riporto sul blog la pagina che racconta per sommi capi (e dal mio punto di vista) il decennio appena trascorso.


Quello che ha aperto il nuovo millennio è stato un decennio che definirei "esagerato" ... caratterizzato da grandi picchi emotivi, sia positivi che negativi.

Il decennio lascia traccia nella bacheca di Via Turati con due Coppe dei Campioni, uno Scudetto, un Mondiale per Club, due Supercoppe Europee, una Coppa Italia vinta dopo 26 anni, e una Supercoppa di Lega.

Se a livello europeo non ci si può lamentare troppo dei risultati, a livello nazionale spicca in negativo l'unico Scudetto conquistato in questi dieci anni. Certamente su questo dato incide in modo determinante la vicenda "Calciopoli", sia a causa dei condizionamenti della banda di Moggi prima del deflagrare del caso, sia per effetto del "golpe" Moratti/Telecom dopo.

I momenti esaltanti si possono individuare in alcune istantanee: lo sguardo determinato e concentrato di Sheva un attimo prima di realizzare il rigore decisivo nella finale di Champions a Manchester nel 2003, il pallone che rotola in rete con una lentezza esasperante in occasione del 2-0 di Inzaghi nell'altra finale di Champions vinta ad Atene nel 2007, e la perentoria girata a rete di testa di Sheva su assist di Ricardino dopo soli due minuti di partita contro la Roma in occasione della sfida decisiva per lo scudetto disputata il 2 maggio 2004 a San Siro.

Ma questi sono stati i momenti decisivi che hanno sancito le tre principali conquiste del decennio. Momenti altrettanto emozionanti e magici li abbiamo vissuti in occasione del gol di Inzaghi all'ultimo secondo nel 2003 contro l'Ajax (per me il gol è di Inzaghi, anche se ufficialmente viene assegnato a Tomasson, che se il danese si fosse smaterializzato sarebbe stato gol lo stesso e senza discussioni); la parata di Abbiati in semifinale sul tiro di Kallon che ci ha portato a Manchester; il primo gol di Kakà, ancora a Manchester ma nella semifinale di andata del 2007; e l'intera gara di ritorno contro i Red Devils giocata a San Siro sotto il diluvio ... forse la più bella partita del Milan in tutto il decennio insieme al 6-0 nel derby del 2001 con Cesare Maldini in panchina e Serginho a macellare i resti dei cugini a suon di assist e gol.

Purtroppo non ci siamo fatti mancare neanche alcune cocenti delusioni. La più crudele e beffarda di tutte ha avuto luogo ad Istambul nel maggio del 2005, una partita dominata per 115' minuti su 120'. Ma dopo il 3-0 del primo tempo, dopo che un miracolo dell'odioso pagliaccio polacco che difendeva i pali del Liverpool ha negato a Sheva il 4-0 su punizione (gol che avrebbe certamente posto il sigillo alla partita), cinque minuti di black-out hanno permesso ai reds di pareggiare (cinque minuti nati dalla dabbenaggine di Cafù e Dida che confezionano l'1-3 di Gerrard con il primo che con un dissennato atteggiamento tattico perde palla nella trequarti avversaria innescando il contropiede inglese e con il secondo che battezza fuori il colpo di testa di Gerrard e non interviene quando bastava allungare il braccio per deviare quel pallone). Terminati i 5 minuti nefasti torniamo a dominare sfiorando il 4-3 in più occasioni. Nei 30' supplemetari giochiamo solo noi e non sfruttiamo al 120' una doppia occasione con Sheva che a due metri dalla porta si vede prima ribattere miracolosamente la deviazione dal polacco, e poi, con il portiere a terra, invece che sparare sotto la traversa calcia a mezza altezza sulla faccia di Dudek, con il pallone che scheggia la traversa e termina in corner permettendo all'emulo di Grobbelaar di confezionare il suo show da circo ai calci di rigore, e di far vincere alla sua squadra la più immeritata finale di Coppa della storia. Sono rimasto scioccato per due mesi dopo quella sera, e ho trovato pace solo due anni dopo con la vittoria di Atene sugli stessi avversari.

Dopo lo choc di Istambul, in ordine di importanza, viene quello di La Coruña ... un 4-0 (dopo il 4-1 dell'andata) che ci è costato probabilmente un'altra Coppa dei Campioni visto che in semifinale avremmo affrontato il non imbattibile Porto del nascente stregone di Setubal e in finale il Monaco di Deschamps. Quella con i galiziani è stata una sfida ricorrente in questo decennio. Nel 2001 il pareggio a San Siro nell'ultima giornata del girone di qualificazione ci estromette dalla competizione e determina l'esonero di Zaccheroni (una vittoria ci avrebbe qualificati). Nel 2003, sempre nei gironi di Champions, le potenzialità della squadra si rivelano ancora in Galizia e ancora grazie ad un 4-0 (per noi in quel caso). Molti addebitano ad Ancelotti la paternità di quella disfatta, ed è possibile che abbiano ragione, ma nei miei ricordi c'è una probabile concausa ... una delle solite "ingerenze" di Berlusconi che alcuni giorni prima aveva bacchettato l'allenatore invitandolo a schierare sempre due attaccanti.

A La Coruña Carletto propose Kakà alle spalle di Sheva e Tomasson. Premesso che i galiziani erano certamente "bombati" (sembra che i vari Fran, Luque, Valeron, Pandiani e compagnia bella abbiano continuato a correre ininterrottamente per altri tre giorni dopo il fischio finale dell'arbitro), ho come il sospetto che senza i "suggerimenti" presidenziali, e dopo il 4-1 dell'andata, nella testa di Ancelotti frullasse l'idea di schierare Rui Costa, Kakà e Sheva, cosa che credo avrebbe aumentato notevolmente le nostre possibilità di passare il turno.

Nel complesso è stato un decennio in chiaroscuro, abbiamo potuto ammirare e amare campioni del calibro di Shevchenko, Kakà, Nesta ... abbiamo dato l'addio a mostri sacri come Maldini, Costacurta e Albertini (all'alba del decennio), abbiamo goduto di un centrocampo di grandi qualità tecniche grazie a Pirlo, Seedorf, Rui Costa, ma anche di grandi capacità agonistiche grazie a Gattuso e Ambrosini, abbiamo potuto apprezzare le volate del grande Serginho, abbiamo imparato a stimare Pippo Inzaghi, sfortunato a più riprese ma sempre decisivo quando assistito dalla salute, abbiamo visto passare onesti pedatori come Helveg, Kaladze, Simic, Brocchi, Tomasson, Pancaro, Bonera, Janku, Flamini, Antonini ... abbiamo offerto un ultimo palcoscenico (con alterne fortune) a grandi campioni sul viale del tramonto come Redondo, Rivaldo, Cafù, Stam, Vieri, Ronaldo, Dinho, Beckham ... abbiamo visto passare meteore come Contra (un idolo per me, e un grande rimpianto), Crespo, Gourcuff, Gilardino, Senderos, Huntelaar ... eterni incompiuti come Borriello ... abbiamo preso cantonate pazzesche come Jose Mari, Javi Moreno, Kutuzov, Coloccini, Amoroso, Oliveira, Oddo, Emerson, Zambrotta, Onyewu, Mancini e Adiyah ... non ci siamo fatti mancare neanche Esajas e Digao. E' stato anche il decennio di Abbiati e Dida (grandissimo per due o tre anni e poi diventato Signore delle papere). Ed in questo decennio abbiamo visto nascere gli astri di Pato e Thiago Silva ideali ponti di raccordo con il nuovo decennio.

sabato 4 giugno 2011

L'evoluzione delle specie

L'ondata di sdegno, delusione e incredulità manifestate dal mondo del calcio dopo la notizia dell'inchiesta della Procura di Cremona sul nuovo scandalo scommesse mi ha francamente sorpreso.
Se trent'anni fa, quando le scommesse erano illegali e non esistevano mezzi di comunicazione come cellulari e personal computer, il Calcio italiano fu travolto (fatti salvi gli intoccabili) da un vero e proprio tsunami, con le condizioni odierne è molto più facile che simili episodi si possano verificare.

Quello delle partite truccate non è cosa che riguardi solo l'Italia, scandali e scandaletti hanno colpito nel recente passato la Germania (con gli arbitri coinvolti) i paesi dell'est, e di tanto in tanto anche le partite delle competizioni europee finiscono nel mirino degli investigatori dell'Uefa.
Sono convinto che nel corso degli ultimi anni alcuni episodi di taroccamento siano passati "inosservati", e che qualche "scommettitore" l'abbia fatta franca. In natura gli oggetti grandi sono sempre una piccola percentuale rispetto a quelli piccoli ... gli elefanti sono molto meno numerosi delle formiche, così come le formiche sono molto meno numerose dei batteri ... vedere un elefante (se c'è) è piuttosto semplice, per osservare una formica è già necessaria la volontà di farlo, ma per i batteri bisogna attrezzarsi con tecnologie di un certo livello.

Il fatto grave, a mio parere, è che non c'è compatibilità tra il calcio e le condizioni ambientali nelle quali il calcio si muove. A questa situazione si adattano bene le vecchie teorie darwiniane: quando le condizioni ambientali subiscono una trasformazione repentina, alcune specie riescono a sopravvivere e sono destinate ad evolversi nel tempo, mentre altre non riescono ad adattarsi e si estinguono.
Ho la sensazione che il Calcio (non solo quello italiano) sia arrivato ad un bivio, e che se vuole sopravvivere debba cambiare radicalmente, magari ispirandosi al modello sportivo professionistico americano ...