domenica 31 luglio 2011

Deja-vù

DOVE: tra la penisola iberica e Milano
QUANDO: nell'ultimo lustro
PERCHE': ... a saperlo ...

Estate 2007 - Il Milan è Campione d'Europa a dispetto di tutto e tutti. La squadra avrebbe bisogno di una bella rinfrescata, ma siamo Campioni d'Europa ergo ... siamo a posto così. La conquista della Coppa convince Galliani e Berlusconi a posticipare un rinnovamento necessario come l'aria per respirare. In uscita ci si limita a dare l'addio al quasi quarantenne Costacurta e si rispedisce al mittente un fallimentare Ricardo Oliveira. In entrata si acquisisce Pato tenendolo in freezer fino a gennaio e si "rinforza" il centrocampo con Emerson.
Un Emerson reduce da due stagioni totalmente fallimentari sia sul piano fisico che su quello tecnico. Una scommessa persa in partenza.

Estate 2008 - Come forse si poteva prevedere, un ex mezzo giocatore e un giovanotto disponibile solo per mezza stagione non potevano dare molto alla causa rossonera. Infatti ci si trova ad operare sul mercato senza i soldi della Champions Legue dopo il quinto posto nel campionato precedente. Torna Abbiati, arriva Flamini a parametro zero ma a stipendio oversize, arriva Senderos in prestito, torna Antonini dopo aver girato mezza Italia in prestito o in comproprietà, torna Borriello a peso d'oro dopo l'ottima stagione al Genoa ... ma non è finita qua ... c'è posto anche per i top-player, in sequenza arrivano nientemeno che Sheva, Zambrotta e Ronaldinho.
Sheva, Zambrotta e Ronaldinho tutti reduci da due stagioni totalmente fallimentari sia sul piano fisico che su quello tecnico. Tre scommesse perse in partenza.

Estate 2011 - Siamo Campioni d'Italia, abbiamo un nuovo tecnico che encomiabilmente ha cambiato volto alla squadra un po' per merito del materiale umano messogli a disposizione dalla società e un po' per aver sparigliato le carte, per quanto possibile, riguardo alcuni dogmi imperanti al Milan da tempo immemore. La squadra ha una buona base di partenza, c'è, però, da raccogliere sul mercato elementi in grado non solo di migliorare le prospettive europee, ma di conservare la competitività in ambito nazionale.
Il centrocampo, che non mi stancherò mai di ripetere quanto sia il reparto che determina i destini di una squadra di calcio, ha bisogno di un rinforzo di valore assoluto e di un elemento in grado di reggere la rotazione all'interno del reparto. Montolivo rientra in quest'ultima casistica (a patto che non costi più di 5/6 mln dato che, a parte il valore intrinseco del giocatore, ha il contratto in scadenza), e può essere il benvenuto a patto che arrivi anche il rinforzo di valore assoluto (che continuo a credere possa essere Fabregas).
Ciò che mi preoccupa sono le voci riguardanti il ritorno alla base di Ricardo Kakà.
Un Kakà reduce da due stagioni totalmente fallimentari sia sul piano fisico che su quello tecnico. Una scommessa (quasi) persa in partenza.

La possibilità del ritorno al Milan di Kakà ha già aperto discussioni nei blog e nei forum rossoneri tra favorevoli e contrari. Ne emerge un quadro piuttosto sbilanciato a favore del partito dei contrari, ma, come giustamente fa notare Marcovan nel suo Diabolico Milan, i media sembrano interpretare gli umori dei tifosi in modo diametralmente opposto visto che si parla di entusiasmo, si prevedono impennate nella vendita degli abbonamenti, si immaginano schiere di tifosi sognanti per il ritorno di Ricardino. Se comincio a temere veramente il ritorno del brasiliano, è proprio a causa di questa forzatura operata dalla "stampa", quasi fosse una sorta di "propaganda politica".

La mia posizione sulla vicenda della cessione di Kakà è spiegata con chiarezza nel messaggio di benvenuto di questo stesso blog.
Ho avuto modo, in queste ultime settimane, di leggere e partecipare ad alcune discussioni tra favorevoli e contrari al ritorno di Kakà. Una teoria esposta da più parti, che mi trova in totale disaccordo, è quella secondo la quale chi ha criticato la cessione di Kakà non ha facoltà di criticare il suo ritorno per questioni di coerenza, che mi sembra una maniera un po' troppo semplicistica di trattare l'argomento. L'operazione Kakà/Real Madrid è stata un fallimento totale dal punto di vista dell'immagine del club (che per la prima volta nella sua storia ha venduto il suo simbolo del momento) ed è stata un fallimento totale dal punto di vista della comunicazione nei confronti dei tifosi, presi in giro con le menzogne elargite in quei giorni a dispetto dell'evidenza dei fatti e con l'aggravante delle motivazioni elettorali che ne stavano alla base. Se si analizza la cessione esclusivamente in ottica tecnica, che è l'argomento di punta di chi ha avallato la sua cessione e di chi ha imputato la stessa ad un tradimento di Kakà, pare evidente che l'operazione sia stata un successo totale. Un giocatore pagato dal Real più di 60 mln denuncia notevoli problemi fisici e una conseguente grave crisi d'identità, 60 milioni (ricordiamolo ai sostenitori del tradimento di Kakà) serviti quasi esclusivamente per ripianare il bilancio.
Seguendo la stessa logica (chi ha criticato la cessione non può criticare il ritorno) viene da dire che chi ha avallato la cessione del brasiliano dovrebbe essere contrario ad un suo ritorno, ma molti di loro sarebbero ben felici di riaccoglierlo ... come si può essere favorevoli al ritorno di quello che questi stessi tifosi definirono un giocatore rotto, finito?

Io non so quale sarebbe stato il destino di Kakà se fosse rimasto a Milano. Magari oggi ci ritroveremmo in mano un rottame senza valore e rimpiangeremmo ancora i rifiuti alle offerte di City e Real. O magari non avrebbe vissuto tutte le traversie che gli sono capitate a Madrid e sarebbe stato ancora un punto di forza della squadra. Vorrei ricordare a chi dice che le ultime due stagioni di Ricky sono state negative, che nel suo ultimo campionato (2008/09) è stato il goleador della squadra con 16 reti in 31 presenze, così come nel campionato precedente (15 reti in 30 presenze) ... quella che sia stato un "pacco" affibbiato volutamente a Perez è una leggenda metropolitana.

Ma riprenderlo oggi è un altro paio di maniche, perchè sia un'operazione vincente ci sono troppe cose che devono girare per il verso giusto. I problemi fisici oggi li ha certamente, è da ricostruire psicologicamente (due anni con Mourinho hanno distrutto la psiche di un iceberg come Sheva ... figuriamoci che danni possono aver prodotto in Kakà), che sia un'operazione a basso costo è tutto da dimostrare, così come tutta da dimostrare è la disponibilità del brasiliano (o di suo padre) a percepire un ingaggio "umano". Inoltre penso che il Milan stia cercando di voltare pagina, e che stia incontrando alcuni ostacoli a causa di chi lavora per il mantenimento dello status quo (leggasi "i senatori"), il ritorno di Ricky sarebbe un ulteriore ostacolo a questo processo di rinnovamento.

In conclusione: se gli acquisti per la prossima stagione fossero Montolivo e Kakà (oltre a Taiwo, Mexes e El Shaarawy), riterrei il Milan indebolito rispetto allo scorso anno, se invece arrivasse Cesc, insieme a Montolivo, potrei anche accettare la scommessa Kakà (pur rimanendo scettico), sospenderei ogni giudizio sull'operazione e valutarei i fatti a maggio 2012.

mercoledì 27 luglio 2011

E' un miracolo!!!

La prima uscita (seconda stagionale) contro un'avversaria di alto livello si conclude miracolosamente sull'1-1. La totale disparità di condizione fisica tra il Bayern e il Milan (la Bundesliga comincia il 5 agosto) si nota come un nudista in centro alla vigilia di Natale. I tedeschi arrivano sistematicamente per primi sul pallone e chiudono i rossoneri nella loro metà campo, se non finisce in goleada è un po' merito di Abbiati e un po' demerito dei tiratori biancorossi.
A parte il portiere, il più in palla dei nostri è senza dubbio Ibra, l'unico capace di reggere il confronto con gli avversari tanto da portare in vantaggio la sua squadra su assist di ... Bonera. Discrete anche le prove offerte da Abate e Van Bommel.
Taiwo, emulo di Huntelaar, salterà il derby di Supercoppa per una squalifica comminatagli in terra francese, ma vista l'attuale condizione fisica e il palese disorientamento, giustificato solo in parte dal confronto con Robben, non è detto che sia una cattiva notizia. Gattuso ha mostrato di aver allenato meglio lingua e corde vocali rispetto a gambe e lucidità mentale. Ma nel complesso, a parte quelle poche eccezioni citate poco sopra, tutta la squadra è parsa in pieno rodaggio. La sconfitta ai rigori, con Abbiati spiazzato cinque volte su cinque (ma non è mai stato un pararigori), ci risparmierà il confronto con i Campioni d'Europa. Domani "finalina" con l'Inter...nacional di Porto Alegre ... l'avversario giusto per entrare in clima derby.

martedì 19 luglio 2011

Fattore "I"

 "I" come INCOMPETENZA - Chissà perchè, ma qualche sospetto lo nutrivamo. Il Consiglio Federale, nella riunione di ieri 18 luglio 2011, fa "outing", certifica la propria incompetenza e non prende una decisione sulla revoca dello scudetto 2006. Nel comunicato, tra le altre cose, si afferma: " ... dato che la Figc non può andare a fare una valutazione di merito nell'impossibilità di intervenire giuridicamente, anche in presenza di una titolarità, ... non ci sarebbe stata la proposta di revoca dello scudetto all'Inter. Anche se ci fosse stato un atto amministrativo a monte, la proposta del presidente federale sarebbe stata la non revoca dello scudetto" . Quindi lo scudetto del 2006 non è stato assegnato con un atto amministrativo, ma anche qualora lo fosse stato il CF si sarebbe ugualmente definito incompetente. L'identikit del principale indiziato per l'assegnazione di quello scudetto sembra corrispondere sempre più allo Spirito Santo.

"I" come IMPUNITI - Prescrizione o non prescrizione le telefonate di Facchetti a Bergamo ora sono note, mentre nel 2006 non lo erano. Non c'è bisogno di un processo sportivo per equiparare i comportamenti dell'Inter (ma anche del Cagliari, del Palermo, del Chievo ecc.) ai comportamenti che sono costati a Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina le penalizzazioni inflitte nel 2006 e nel 2007. Impuniti come nel 2007 quando l'omessa denuncia delle rivelazioni di Nucini è andata in prescrizione, e impuniti come nel caso passaporti falsi ... a proposito di passaporti, mi chiedo ancora come mai Maxwell è stato tesserato come comunitario dall'Inter mentre il Barça, dopo averlo acquistato dai nerazzurri, lo ha tesserato come extracomunitario ...

"I" come INCHIAPPETTATI - Se l'Inter e tutte le altre società che l'hanno scampata per l'omissione di alcune intercettazioni nel corso del processo sportivo del 2006 si possono definire "impuniti", quelle che invece sono state inquisite, processate e condannate possono tranquillamente definirsi "inchiappettate".

"I" come INCOMPRENSIBILE - La Juventus chiede i danni , ma non si capisce a quale titolo. Il coinvolgimento dell'Inter non sposta di una virgola le responsabilità di Moggi, Giraudo & C. Le responsabilità dei nerazzurri sono equiparabili a quelle di tutte le società coinvolte a parte i bianconeri. Altrettanto incomprensibile è stata la richiesta, nell'esposto di 14 mesi fa, di revoca dello scudetto all'Inter e la restituzione dello stesso alla Juventus.

"I" come INTERCETTAZIONI - ... e interrogativi ... la richiesta di spiegazioni di milioni di tifosi al Col. Auricchio sul perchè alcune intercettazioni siano state omesse o, peggio ancora, nascoste alla fonte, non va in prescrizione ... (quasi) come l'etica ...

sabato 16 luglio 2011

Focus sul centrocampo

 Nota a margine del raduno di martedì scorso, primo atto ufficiale della stagione 2011/12. Ottima l'impressione offerta da Barbara (a parte l'indubbia avvenenza) nel corso di un'intervista televisiva. Ha citato nuovi acquisti e vecchi giocatori senza storpiarne i nomi, ma soprattutto ha dato la chiara sensazione di sapere di cosa stesse parlando. Tra le altre cose Barbara ha ribadito quanto comunicato da Galliani in conferenza stampa: "il risarcimento dovuto da Fininvest per il lodo Mondadori non cambierà le strategie di mercato del Milan".

Strategie incentrate sull'acquisto di un top player per il reparto di centrocampo in grado di elevare la cifra tecnica della squadra con lo scopo di ridurre il gap che attualmente ci divide dalle più forti formazioni continentali. Se questo top player arriverà avremo, nei fatti, la conferma delle affermazioni di Barbara e Galliani, in caso contrario le registreremo come semplice propaganda. Sarebbe da verificare, inoltre, se l'idea di top player che hanno i tifosi corrisponda a quella che ha la società. Ma su questi due punti sono ottimista.

Sembra che i vari Cesc, Bastian e Marek possano mettere tutti d'accordo, mentre Ganso, ad esempio, desta qualche perplessità per più di un motivo. Sui primi tre si può fare qualche ragionamento per cercare di capire quale sia il punto della situazione.
HAMSIK - Il "paraculo" ha fatto il suo sporco lavoro. Lo slovacco ha espresso la volontà di cambiare aria, De Laurentiis sa che trattenerlo con le cattive non gioverebbe alla sua squadra nè dal punto di vista tecnico (nell'immediato) nè dal punto di vista finanziario (nel futuro prossimo). Il caso Pozzo-Udinese-D'Agostino di un paio di anni fa è un esempio piuttosto chiaro di quali rischi si possano correre, caso che spingerà il presidente dell'Udinese a non ripetere l'errore quest'anno con Sanchez dando, di sponda, qualche chance in più al Milan nella trattativa per Fabregas.
Al di là delle sparate del presidente partenopeo, sembrano piuttosto alte le possibilità che Hamsik, alla fine, approdi in rossonero. Ma De Laurentiis andrebbe pesantemente censurato per le parole di giovedì ("se Hamsik punterà i piedi se la vedrà con la curva") che suonano un po' come un avvertimento intimidatorio nei confronti del giocatore e un po' come istigazione alla violenza per i tifosi napoletani. Dovesse mai capitare qualche spiacevole episodio (si sa che gli idioti sono sempre pronti a raccogliere ogni minimo spunto per manifestarsi), che ci risparmi baggianate tipo "sono stato frainteso ...", "non avevo intenzione di ...", "non credevo che ...".
BASTIAN - Dei tre "candidati" il tedesco mi sembra il più lontano. Guadagna bene, gioca in un club di livello internazionale e in un campionato in ascesa, è il capitano di una delle squadre più blasonate del continente. La vedo dura proporgli qualcosa di stimolante al punto da smuoverlo da Monaco di Baviera.
CESC - Sul catalano ci sono alcuni punti fermi dai quali partire. 1) Non giocherà con i gunners nella stagione che sta per cominciare. 2) La sua prima scelta è sicuramente il Barça, ma è da vedere se i Campioni d'Europa abbiano necessità di uno con le sue caratteristiche al punto da investire le notevoli risorse finanziarie necessarie a portarlo al Camp Nou. E' anche da stabilire se i blaugrana dispongano di fondi sufficienti per acquisire sia Sanchez che Fabregas, cosa che sembra inverosimile. Dato che non sembrano esistere ipotesi alternative al Milan e al Barça, e dato per scontato l'addio di Cesc all'Arsenal, l'imminente ufficializzazione di Sanchez da parte del Barça potrebbe essere una buona notizia anche per il possibile matrimonio tra il catalano e il Milan.

L'organico rossonero, però, ha necessità anche di qualche ritocco di medio livello. I discorsi di Allegri su Montolivo di mercoledì hanno creato un certo scompiglio nella tifoseria e sui blog rossoneri. Se il bergamasco dovesse arrivare non credo che Galliani avrebbe l'ardire di spacciarlo come "il regalo del Presidente per la conquista dello scudetto" (il famoso Mister X). Nel caso arrivasse sarebbe un contorno, e non certo il piatto principale. Detto questo, faccio miei i dubbi espressi da altri "colleghi" nei vari blog sia sul valore effettivo del giocatore che sull'utilità delle sue caratteristiche tecniche e tattiche in rapporto alle esigenze di Allegri. Allo stesso prezzo di Montolivo si acquisterebbe, ad esempio, Danilo ... giocatore giovane, duttile e di grande prospettiva.

Il reparto di centrocampo dei Campioni d'Italia è destinato a subire alcune trasformazioni. Tra gli attuali otto componenti cinque rimarranno sicuramente almeno fino a gennaio, e sono Ambrosini, Gattuso, Van Bommel, Seedorf (tutti in scadenza nel 2012) e Boateng. Strasser viene dato partente sicuro (io lo terrei), Emanuelson è tutt'altro che scontato che rimanga (potrebbe magari finire ai gunners nell'operazione Fabregas), mentre Flamini, che ricordo essere anche lui in scadenza di contratto nel 2012, potrebbe essere ceduto per generare una plusvalenza nel caso non si accordasse per un prolungamento di contratto. Di sicuro sarebbe da beoti perderlo a parametro zero.

Per concludere, e per giocare/sognare un po', ecco il mio centrocampo per la prossima stagione:


lunedì 11 luglio 2011

Marpioni d'Italia

 Gli ultimi avvenimenti relativi a "Calciopoli 2" mi hanno stimolato una riflessione, o meglio ... una curiosità.
Premesso che non ho intenzione di analizzare la questione dal punto di vista giuridico, visto non ne ho i titoli, mi chiedo molto semplicemente con quale stato d'animo la dirigenza nerazzurra abbia vissuto i mesi caldi di Calciopoli.
Ogni santo giorno i media pubblicavano nuove intercettazioni gettando nello sconforto milioni di tifosi delle squadre oggetto di indagine. Immagino le notti insonni di tutti quei dirigenti che, a scandalo appena iniziato, non erano ancora stati tirati in ballo ma sapevano benissimo di aver tenuto determinati comportamenti. Immagino quindi che, viste le risultanze del processo di Napoli, anche Moratti e Facchetti (pace all'anima sua) passassero nottate angosciose per il timore di vedere pubblicate il giorno dopo sui giornali le loro chiacchierate con Bergamo.
Certo che se erano angosciati non lo davano minimamente a vedere (parlo principalmente di Moratti, che Facchetti aveva ben altro a cui pensare). Chi teme di vedersi sbattuto in prima pagina da un giorno all'altro non lancia proclami sulla propria onestà, sul proprio comportamento cristallino ... non ostenta "smoking bianchi" come invece hanno fatto gli interisti in quei giorni con il rischio, oltre ad essere sanzionati come tutti gli altri, di fare una figura di ... diciamo barbina ...
E' un comportamento ben strano, a meno che ... a meno che non avessero la certezza che i loro rapporti telefonici con Bergamo sarebbero rimasti segreti. Naturalmente le ipotesi di complotto verrebbero meno nel momento in cui arrivasse una risposta credibile alla madre di tutte le domande sull'implicazione dell'Inter nella vicenda: "Per quale motivo quelle intercettazioni rimasero fuori dall'inchiesta del 2006?"

C'è poi un altro aspetto da tenere in considerazione, aspetto che sembra finire troppo spesso nel dimenticatoio.
L'Inter era al corrente delle manovre illecite di Moggi dalla fine del 2002. Questo è un fatto certo e assodato. Si può credere o no alla versione di Nucini, si può credere o meno alla versione di Tavaroli, ma che nel 2002 sia stato aperto un "fascicolo De Santis" dal capo della Security di Telecom e Pirelli (Tavaroli appunto) su imput di Moratti è cosa nota e appurata. Naturalmente avere simili notizie e non denunciarle alla procura federale è un reato sportivo, ma da quando si sono svolti i fatti a quando sono emersi è passato parecchio tempo, ed il risultato è stata una archiviazione per prescrizione datata giugno 2007 (aridaje con la prescrizione).

Sembra naturale che con queste premesse venga da pensar male (lo so che si fa peccato, ma spesso ci si azzecca). Qualcuno (la Telecom, quindi Tronchetti Provera, quindi l'Inter) è al corrente dei comportamenti illeciti di Moggi, possiede le tecnologie per intercettare e registrare (lecitamente?) conversazioni telefoniche (e ne ha facoltà in quanto gestore di telefonia), ha facoltà anche di selezionare (volendo) quali conversazioni rendere disponibili agli inquirenti e quali no, ha tutto il tempo (dalla fine del 2002 alla primavera del 2006) per organizzarsi e fare tabula rasa di chi complottava per "vincere facile" (Moggi), ma anche di chi (Milan, Fiorentina e Lazio, ma principalmente Milan) poteva costituire un ostacolo all'egemonia nerazzurra.
Mi si può obiettare che Reggina e Arezzo, anche loro coinvolte e penalizzate, non rappresentassero un ostacolo. E' però anche vero che se nell'inchiesta fossero entrate solo le squadre più forti ad esclusione di Inter e Roma (forse l'unica che, a quanto risulta, non parlava con Bergamo), la cosa avrebbe destato sospetti. Va anche sottolineato che nel corso del processo di Napoli, oltre alle telefonate dell'Inter sono emerse anche quelle di soggetti non implicati nell'inchiesta del 2006 come il Cagliari (Cellino), il Chievo (Campedelli), il Palermo (Foschi), l'Udinese (Spalletti), il Vicenza (Gasparin), l'Empoli (Corsi), il Livorno (Spinelli), tutte posizioni archiviate per prescrizione insieme a quelle di altri soggetti già giudicati e penalizzati nel 2006 come Governato, lo stesso Meani, Bergamo, Pairetto, Mazzei e Lanese. Si ha, quindi, la sensazione che non fossero solo quelle quattro o cinque società penalizzate allora (a parte la Juve che deve considerarsi su un piano diverso) a muoversi illecitamente per "legittima difesa", ma che fosse una pratica comune e generalizzata. D'altra parte lo stesso Bergamo ha sempre sostenuto che "parlava" con tutti.

Di sicuro un'Inter penalizzata di 30 punti nel 2006 come le altre, e penalizzata di qualche punto nel 2007 non avrebbe, per forza di cose, ricevuto l'omaggio dello scudetto "di cartone", non avrebbe avuto mano libera nella campagna acquisti nell'estate 2006 e difficilmente (per usare un eufemismo) avrebbe vinto tutto quello che ha vinto dal 2007 al 2010.

Adesso, per la conferma o la revoca dello scudetto 2006 all'Inter, la palla passa ad Abete, ma visto che sono cadute le premesse per l'assegnazione di quello scudetto ai nerazzurri ci si può aspettare dallo stesso Abete un atto di "coraggio".
In quel documento, tra le altre cose, si dice:
"Gli organi federali possono tuttavia intervenire con un apposito provvedimento di non assegnazione quando ricorrono motivi di ragionevolezza e di etica sportiva, ad esempio quanto ci si renda conto che le irregolarità sono state di numero e portata tale da falsare l’intero campionato ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi." ... mi sembra un bell'assist per Abete ... se invece lo scudetto 2006 dovesse restare dove si trova (con tutte le macchie che lo caratterizzano, e con tutte le pesanti ombre che gravano anche sugli scudetti successivi) i cugini potranno continuare a fregiarsi del titolo di "marpioni d'Italia 2006".

venerdì 8 luglio 2011

Non si è capito una mazza ...


Non si è capito per quale motivo abbia indetto la conferenza stampa ...
non si è capito se volesse scusarsi/discolparsi per aver lasciato l'Inter in braghe di tela ...
non si è capito se volesse giustificare/scagionare Moratti per averlo silurato mentre era in vacanza ...
non si è capito se, come, quando e con chi abbia parlato con qualcuno del PSG ...
non si è capito quale ruolo occuperebbe, nel caso andasse (ma non si è capito se andrà), al PSG ...
non si è capito perchè i transalpini abbiano infranto la regola di chiamarlo solo negli anni pari ...
non si è capito se almeno lui abbia capito cosa vorrà fare in futuro ...
non si è capito quale rapporto di parentela esista tra lui e Moratti ...

... l'unica cosa che si è capita è che in soli sei mesi è riuscito a demolire un'immagine e una reputazione costruita non solo nei tredici anni di Milan ...

martedì 5 luglio 2011

... ma buongiooorno ...

 Sembra che i vertici della Federazione Calcio siano tornati tra noi ... sembra ... prima di dargli il benvenuto definitivo aspettiamo di vedere come se la cavano con gli scudetti cartonati, ma insomma ... qualche segno di vita con la riapertura al secondo extracomunitario sembrano averlo dato. Solo un anno fa Abete (legna da ardere), con tutto il Cosiglio Federale, partoriva la decisione di limitare a uno gli extracomunitari tesserabili per "risollevare le sorti della nazionale", ma dopo un anno di profonde cogitazioni sono giunti alla conclusione che il provvedimento era inefficace ... un po' come dare degli antibiotici a chi soffre di pellagra ... non risolve il problema e magari ne crea di nuovi. Dopo questo primo passo mi aspetto che Abete si ravveda totalmente, e che magari tra un anno tolga ogni limitazione alla circolazione degli extracomunitari ponendo il nostro calcio a parità di condizioni con i principali campionati europei.

Se proprio si vuole rilanciare il calcio italiano a livello di nazionali (che tradotto significa rilanciare i vivai), io qualche ideuzza ce l'avrei.
Ad esempio porre un limite di 25 giocatori over 20 tesserabili in campionato (con qualsiasi status). Questa norma eviterebbe ai club italiani la formazione di rose di 30 e oltre giocatori (con gran spreco di risorse finanziarie) costringendoli ad attingere alle rispettive formazioni primavera in caso di necessità, ed obbligandoli a migliorare la cura e l'organizzazione dei vivai. Se si vogliono porre dei limiti agli stranieri lo si può fare proprio a livello giovanile, cosa che non troverebbe ostacoli neanche rispetto alle normative europee sulla libera circolazione dei lavoratori dato che si tratterebbe di soggetti minorenni. Si può anche stabilire, volendo, un numero minimo di giocatori da mettere in campo eleggibili in nazionale.

Insomma, le soluzioni ai problemi della competitività del nostro calcio non mancano, se ne può discutere, si possono fare dei tentativi contemplando anche il rischio di sbagliare. La cosa importante è che qualsiasi soluzione sia corroborata da un minimo di logica e di buon senso, logica e buon senso totalmente assenti nel provvedimento restrittivo preso dalla Federazione giusto un anno fa.